Poveri, vecchi e disabili spesso devono rinunciare alle cure: così si tradisce la nostra Costituzione
Come diceva Gino Strada: «Tagli sconsiderati e soldi ai privati. Il diritto alle cure mediche non è negoziabile»
Articolo 32 della Costituzione italiana: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Ma allora perché lo Stato non assicura una sanità con delle degne cure? Perché nello Stato, dove la propria Costituzione afferma: «La salute come fondamentale diritto dell'individuo», vi sono ospedali, come visto nel Ruggi d'Aragona, a Salerno, nei quali si lasciano le persone in una barella, tra un corridoio e l'altro di un pronto soccorso, ammassati insieme ad altre decine di persone, l'igiene personale lasciata al degrado. Persone legate alle barelle, perché non c'è abbastanza personale sanitario e posti letto. Uomini e donne che scappano dagli ospedali, privi di controlli, senza pantaloni con il catetere in mano. Spesso queste persone sono anziani, costretti a trascorrere la loro vecchiaia, privi della dignità. Ignorando il fatto che potrebbero essere i nostri genitori o i nostri nonni, che soprattutto, in quegli anni della loro vita, dovrebbero essere amati e rispettati. Perché sacrifichiamo la sanità, che è un bene primario ed è ciò che ci identifica come società civilizzata? 27 marzo 2020.
In Sardegna, a La Maddalena. Una donna all'ottavo mese di gravidanza ha perso il bambino, durante il trasporto in elicottero da La Maddalena all'ospedale di Olbia. L'ospedale era, ed è tutt'oggi, privo di un punto nascita, e in caso di urgenza le partorienti devono essere trasferite con l'elisoccorso in Gallura.
Nel mondo esistono molte disuguaglianze, soprattutto, quelle che si creano in base alla situazione economica di un individuo. La sanità, un bene necessario alla vita umana dovrebbe essere accessibile a tutti. Legge n. 112, entrata in vigore nel 2016 "Dopo di noi" che garantisce un futuro sicuro a persone che hanno una grave disabilità, dopo la morte dei genitori o dei familiari, che si prendono cura di loro. Solo sei regioni della penisola, risultano aver ricevuto tutte le somme, complessivamente assegnate da questa legge inclusiva, che garantisce una degna tutela. Ma tutte le altre regioni? Perché tutti questi ritardi nell'attuazione della legge? Perché vogliamo abbandonare delle persone, soltanto, per via di una malattia? Non sono solo persone affette da una patologia, sono molto di più, sono figli, padri, madri, lavoratori, persone con un cuore d'oro, ma soprattutto sognatori. Non dobbiamo far finta che non esistano le malattie, pensando che la verità sia nei sorrisi finti dei social. La vita è molto di più, tra cui persone che non arrivano a fine mese, e che rinunciano a curarsi per comprarsi da mangiare o per garantire un istruzione ai propri figli.
Gino Strada affermava: «Troppi tagli sconsiderati e soldi ai privati. Il diritto alle cure mediche non è negoziabile». La sanità non può essere un beneficio che riguarda solo una piccola parte della popolazione, ma deve essere un diritto di tutti.
*Emma è una studentessa dell’Istituto Garibaldi, Liceo Scienze Umane di La Maddalena