La Nuova Sardegna

Cagliari

Orrore a Sarroch

Morta nel freezer, l’appello del figlio: «Cosa è successo a mia madre?»

di Luciano Onnis e Alessandra Sallemi
Morta nel freezer, l’appello del figlio: «Cosa è successo a mia madre?»

Andrea Mallus non è convinto che il decesso sia dovuto a cause naturali. «Mi chiedo perché i vicini o gli assistenti sociali non siano mai entrati a casa»

29 agosto 2024
4 MINUTI DI LETTURA





Cagliari Martedì 27 agosto gli ha telefonato il figlio di un vicino ormai da anni stabilito in Austria per chiedergli se avesse già saputo: sua madre, Rosanna Pilloni, 78 anni, era stata trovata cadavere nel frigorifero di casa a Sarroch e, secondo il militare che l’ha vista per primo, poteva essere lì anche da due anni. Nel freezer, per sua stessa ammissione, ce l’avrebbe messa Sandro Mallus, il fratello di 11 anni maggiore di lui.

«Mi è sembrato di vedere un film – racconta Andrea Mallus da tre anni residente a Limerick nel sud dell’Irlanda – io seguo tante trasmissioni su delitti e persone scomparse, ma quando succede a te, credimi, sale la rabbia e ti viene da prendertela con tutti, i vicini, gli assistenti sociali, chiunque. Perché non sono entrati in quella casa, perché mia madre non l’hanno messa in una struttura, ovunque pur di non farla vivere con mio fratello».

Andrea Mallus, 43 anni, aspetta con apprensione il risultato dell’autopsia, perché cova anche il terribile sospetto che la madre possa non essere morta di cause naturali. Andrea adesso lavora in un stabilimento di smaltimento dei rifiuti, una fabbrica modello, racconta, «ce ne fossero in tutte le città il problema dei rifiuti sarebbe risolto». Non vedeva sua madre da cinque anni e, da quando ha saputo, gli si agita dentro il bruttissimo sospetto che la sua fine sia cominciata in quei venti mesi da lui trascorsi nel carcere di Uta durante i quali (si entrava nel periodo del Covid) le aveva scritto otto lettere e per nessuna aveva ricevuto una risposta.

«Avevo fatto domanda per andare in comunità a Iglesias e dopo venti mesi ci arrivai. Lì un operatore mi disse che tempo prima aveva visto mamma con i capelli lunghissimi, magrina magrina, piccola. Io pensavo che si fosse consumata dal dolore per quello che avevo fatto, era la seconda volta che finivo in galera, ero ricascato nella tossicodipendenza, insomma... Pensavo che non mi avesse risposto perché arrabbiata, addolorata, delusa. Invece adesso ho paura che la verità sia un’altra. Forse le mie lettere non le sono mai arrivate o forse, anche se le ha lette, mio fratello non le ha permesso di rispondermi. Mio fratello a volte era violento, qualcuno in paese lo sa bene».

Rosanna Pilloni e il marito Francesco Mallus si erano separati, nella casa di proprietà di lui in via Piemonte erano rimasti Rosanna e i due figli Sandro e Andrea. Lei aveva fatto la casalinga per anni e poi, nella prospettiva di arrotondare la pensione, era andata a lavorare in un’impresa di pulizie. Lui era operaio in una ditta di appalti nella raffineria Saras e poi, a causa di una bronchite cronica, aveva lasciato quel lavoro: comprate 500 pecore, si era messo a fare il pastore. Vive ancora a Sarroch, abita presso una famiglia nella cui abitazione ha affittato una stanza.

«Lo andai a salutare quando lasciai la Sardegna per provare il lavoro di pizzaiolo in Irlanda. Mia madre invece non la salutai - ricorda ancora Andrea - non l’avevo più sentita, credevo di sapere perché e invece adesso... ». Si tormenta «adesso» Andrea Mallus: «Un mio amico tempo fa mi diceva che suo padre non si spiegava perché Rosanna non andasse più a prendere il caffè da loro, come aveva fatto per anni. Non la vedevano più neanche in giro. Invece vedevano mio fratello alle Poste, allo sportello bancomat, a fare la spesa. Diceva che la spesa ora la faceva lui perché mamma era acciaccata. Diceva anche che non c’era, era andata a Carbonia dai preti e da lì partiva per viaggi religiosi. Mia madre – racconta ancora Andrea - aveva una piccola pensione, 500 euro, ma era una grande risparmiatrice. A mio fratello e a me riusciva a dare i soldi per le sigarette, per il cinema. Aveva un po’ di denaro, che teneva alle Poste, al Banco di Sardegna e nella cassaforte in camera da letto. Mio fratello aveva le doppie chiavi di tutto. Che vadano a controllare se ci sono ancora soldi. Io ho paura che tutto sia successo nei venti mesi in cui ero a Uta. E spero non mi vengano a dire che mio fratello è mentalmente disturbato. Se per mesi vai in giro a dire bugie vuol dire che hai un piano. Io ho solo la terza media, ma non sono stupido».

Tornerà per il funerale, una cugina gli farà sapere la data, quando sarà fissata. «Ma verrò solo se non ci sarà mio fratello», mette le mani avanti. Ora Andrea Mallus non è al lavoro: «Non ho la testa. In azienda mi hanno detto di prendermi altri giorni, sono comprensivi. Mi stanno chiamando persone che non avrei mai pensato. Cugini, amici, non posso non rispondere». Ieri Andrea Mallus ha sentito anche suo padre: «In qualche modo non l’ha presa male come temevo, purtroppo il dolore noi l’avevamo già dentro».

In Primo Piano
Incidenti sul lavoro

Dramma ad Arzana, un operaio perde un braccio mentre lavora nell’impianto di calcestruzzo del paese

di Alessandro Mele
Le nostre iniziative