Nuorese, la terra delle vertenze aperte
Conferenza programmatica della Cisl provinciale. Il sindacato attacca i tavoli tematici: «Vanno avanti con lentezza»
OLIENA. In un tempo in cui il sindacato vede traballare molte certezze su ruolo e condizioni del passato, la Cisl nuorese si arma di coraggio e determinazione per continuare la sua opera. Con in primo piano le vertenze, che sono quelle industriali, conosciute a memoria, alle quali si sono aggiunte le ultime del settore pubblico, con i posti venuti meno negli uffici cancellati. E, ancora, davanti al malessere nella scuola, per il fatto che le cattedre di diversi docenti si possono materializzare solo fuori dall’isola, dopo l’ultima riforma del governo. Panoramica e buone intenzioni sono emerse mercoledì nell’agriturismo “Su Sociu”, di Oliena, durante la conferenza programmatica e organizzativa della confederazione provinciale, a due anni dall’inizio del mandato della segretaria di Michele Fele.
Tra gli intervenuti Piero Ragazzini, responsabile amministrativo della segretaria di Annamaria Furlan, e il componente della segretaria regionale, Ignazio Ganga, a Cagliari dopo aver governato per due mandati la Cisl nuorese.
Insieme a loro una platea di dirigenti e iscritti, tra i quali i vecchi segretari territoriali Angelo Serra e Mario Moro, a conferma di un’organizzazione che continua a tenere un filo unico nei suoi 65 anni di presenza nella provincia barbaricina. Impegno e vitalità non in declino, ma che si consolidano, anche con i 700 nuovi iscritti dell’ultimo anno, ricordati da Michele Fele: «Una parte sono della categoria dei pensionati e un’altra è effetto della richiesta di tanti di avere una tutela sindacale davanti alla difficoltà che deriva dalla perdita del lavoro o delle coperture di assistenza sociale».
Passaggi della relazione di Fele, che ha posto alla base la necessità per il sindacato di modificare atteggiamenti e obiettivi: «Il contesto è cambiato e anche noi dobbiamo innovare. La contrapposizione con le aziende e le organizzazioni datoriali non ha più senso. È invece vantaggioso diventare parte di quei processi di creazione e gestione delle attività di lavoro, secondo quello che è, ad esempio, il modello svedese». Spazio dunque alla flessibilità e alla ricerca di soluzioni imprenditoriali, senza tuttavia cedere alla precarizzazione o all’allentamento davanti ai diritti primari di operai e professionisti. Anzi, il capo della Cisl di Nuoro, parla «di un nuovo umanesimo nel mondo della produzione, con il lavoratore che torna al centro degli interessi e delle attenzioni».
Un passaggio che Fele lega anche alle sorti degli immigrati: «Dobbiamo aiutarli per quanto è nelle nostre possibilità e fare in modo che non passi l’idea egoistica di una certa Europa, nella quale non si riconosciamo».
Questioni che sono tra le risposte a cui dovrà tendere la Cisl riformata, anche nell’articolazione territoriale, attesa dall’assemblea regionale di ottobre. La novità dovrebbe essere quella dell’organizzazione delle Ust (Unioni sindacali territoriali). Con molta probabilità non più le otto di oggi, ma ridotte sulla base della cura dimagrante imposta dal governo per le istituzioni locali. Fele ha dichiarato che la segreteria di Nuoro è pronta a prendere in considerazione le diverse scelte, a iniziare da quella che vorrebbe il riallargamento all’Ogliastra, come nel tempo passato: «Anche questo in un’ottica di migliore funzionalità e di oculata gestione delle risorse delle federazioni, che risentono anch’esse della crisi». Quello che i dirigenti assicurano, con in testa Piero Ragazzini, è la presenza convinta nelle varie vertenze. Nel Nuorese scorrono con i volti e i nomi dei rappresentanti di aziende e lavoratori in crisi, dall’industria tessile e chimica, all’agricoltura. Per i nuovi disoccupati si aspettano le alternative del progetto della Regione per la provincia, «ma i tavoli tematici vanno con grande lentezza», è la denuncia del segretario.
©RIPRODUZIONE RISERVATA