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La festa di Sant’Elia apre il calendario dei pranzi campestri

La festa di Sant’Elia apre il calendario dei pranzi campestri

BITTI. Domani, festa del Lavoro, è anche la prima domenica di maggio e la tradizione bittese ricorda e festeggia Sant’Elia, il profeta vissuto in Terra Santa intorno al nono secolo avanti Cristo. La...

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BITTI. Domani, festa del Lavoro, è anche la prima domenica di maggio e la tradizione bittese ricorda e festeggia Sant’Elia, il profeta vissuto in Terra Santa intorno al nono secolo avanti Cristo. La chiesetta a lui dedicata sorge in una delle colline che dominano l’anfiteatro naturale che circonda il centro abitato e le sue origini risalgono al 1496.

La tradizione tramanda che aveva l’altare rivolto verso il paese e il tetto costituito da canne e semplici tegole, mentre quella odierna, costituita da un’unica navata, venne edificata negli anni trenta del secolo scorso dal pievano don Sebastiano Respano.

Secondo lo studioso Giulio Albergoni una parte dell’attuale edificio è stata costruita sui ruderi di un antico nuraghe andato poi distrutto.

Di recente il pittore Diego Asproni ne ha arricchito l’interno con un affresco sulla vita del profeta. In molti ricordano la processione a piedi che si svolgeva nel giorno della festa per invocare le pioggie nei periodi di grande siccità, a protezione dei campi e dei raccolti. La festa di domani apre i pranzi campestri di cui il calendario bittese è estremamente ricco. Alle 11,30 si celebrerà la messa cantata e subito dopo la funzione religiosa, il tradizionale pranzo comunitario che per quanto riguarda Sant’Elia è caratterizzato da un piatto tipico: la minestra con il latte; un’autentica prelibatezza alla quale seguiranno la pasta condita con il sugo al ragù di tre qualità di carne e l’immancabile ma sempre molto gradita “pecora in cappotto”. Il tutto accompagnato dagli ottimi vini di produzione locale.

«Condizioni meteorologiche permettendo, “su pranzu” verrà servito e consumato all’aperto – ha detto il priore della festa Elia Carzedda – utilizzando il piazzale adiacente la chiesa. I fedeli potranno così godere nel contempo di una vista amena sul Mont’Albo e sulla vallata sottostante, che in questo periodo dell’anno è al massimo della fioritura».

Nel pomeriggio, oltre ai canti a tenore e balli sardi, la tradizionale tombolata, con il trofeo di Sant’Elia da assegnare al vincitore. (p.f.)

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