Maiali infetti: Forma (Pd) chiede risposte in Regione
Macomer, la consigliera si rivolge all’Unità di progetto per la peste suina «Non riesco a trovare una giustificazione per lo spostamento da Desulo»
MACOMER. Sotterrare maiali nelle campagne di Macomer, per di più in una zona di grande valenza ambientale che si sta cercando di tutelare e valorizzare, fa ancora discutere e sono in tanti a chiedersi se il territorio, dopo aver pagato un prezzo altissimo con la presenza quasi trentennale della discarica di Monte Muradu e dell’inceneritore di Tossilo, debba anche farsi carico dello smaltimento di rifiuti presunti infetti o – per andar bene – di sottoprodotti di origine animale per i quali sono previsti precisi protocolli di trattamento che ne escludono il trasferimento in altra zona col trasporto per un’ottantina di chilometri. Se lo chiede anche Daniela Forma, consigliere regionale del Pd, quindi del partito di maggioranza che sostiene la giunta regionale, ma anche imprenditrice del settore agroalimentare e, più nello specifico, del comparto carni. «Sarebbe utile conoscere – scrive in una nota – quale autorità sanitaria abbia dato parere positivo per tale movimentazione e giudizio di idoneità del sito in agro di Macomer dove procedere all’infossamento delle carcasse suine provenienti da Desulo».
Per saperlo ha scritto al responsabile dell’Unità di progetto per l’eradicazione della peste suina africana, al quale ha inviato una lettera sollecitando delle risposte «di modo che venga fatta chiarezza su un episodio che sta creando un crescendo malcontento nelle istituzioni e nella popolazione di Macomer e del Marghine». Come prima cosa chiede si sapere se le carcasse interrate a Macomer fossero infette o meno. Si tratta di capi abbattuti perché detenuti illegalmente allo stato brado. La presunzione, dunque, è che fossero infetti. Per saperlo con certezza è però necessario conoscere l’esito delle analisi sierologiche eseguite sui campioni prelevati dai veterinari al momento dell’abbattimento dei maiali. «Sarebbe quindi utile – scrive Forma – iniziare ad avere questa precisa informazione». Poi si sofferma sul trasporto e l’interramento a Macomer dei maiali abbattuti a Desulo, giustificata da una deroga al regolamento comunitario che disciplina la materia e in base al quale lo smaltimento deve essere eseguito presso un impianto autorizzato. Se non c’è, la deroga consente di incenerire o interrare sul posto le carcasse, cioè il più possibile vicino al luogo dell'abbattimento. «Posso intuire le ragioni di ordine pubblico che hanno consigliato di non sotterrare le carcasse nel preciso punto in cui i suini sono stati abbattuti – scrive Daniela Forma – ma non riesco a comprendere e a trovare giustificazione giuridica a un loro spostamento verso il territorio di Macomer. Il sito di abbattimento (Desulo) e quello di smaltimento (Macomer) sono distanti circa 80/90 Km. Il percorso che li separa attraversa il territorio di una decina di comuni e di due province. Tale spostamento contrasta fortemente con la logica della deroga richiamata dall’ordinanza che, a seguito di valutazione del rischio, consente di smaltire in loco per evitare rischi di diffusione di eventuali malattie infettive». Conclude manifestando perplessità sotto il profilo giuridico e sanitario per il trasporto a grande distanza una notevole quantità di carcasse suine ( 76) provenienti da una zona classificata ad alto rischio per la peste suina africana.