La Nuova Sardegna

Nuoro

Maltempo, danni a Posada Chiesti fondi alla Regione

di Sergio Secci
Maltempo, danni a Posada Chiesti fondi alla Regione

Il sindaco sollecita un contributo straordinario per sistemare spiagge e arenili L’ondata di piena della diga Maccheronis ha spazzato via un intero tratto di costa

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POSADA. L’ondata di piena riversatasi la settimana scorsa dalla diga Maccheronis ha provocato molti danni alla foce di Pedra Niedda, nella borgata turistica di San Giovanni, tanto da costringere l’amministrazione comunale a dichiarare lo stato di calamità naturale. Le decine di milioni cubi di acqua riversatasi a valle, e ben contenute stavolta dagli argini, non sono riuscite però a defluire correttamente dalla foce di Orvile, a causa della forte mareggiata, allagando tutta la zona costiera da Suttariu a Su Tiriazu, sino a sfociare poi violentemente a ridosso della massicciata della foce di San Giovanni. La forza delle acque è stata così imponente che si è portata via una bella fetta di arenile, creando un nuovo sbocco a mare, e ha spostato anche una parte delle pesantissime barriere in cemento armato tra il fiume e la spiaggia. Spazzati via anche i lavorieri che permettevano di controllare l’entrata e l’uscita del pesce agli stagni mentre danni ingenti si contano anche alle passerelle in legno che permettono di arrivare alla spiaggia di Suttariu, le staccionate in legno di Iscraios tra il ponte e il mare rimesse a nuovo subito dopo la terribile alluvione del 2013. Danni anche alle palizzate adiacenti gli stagni tundu e palones dove si è riversata l’acqua proveniente dal lago Maccheronis che non è riuscita a defluire in mare per l’alta marea. L’ufficio tecnico del Comune ha fatto una prima stima dei danni. Ieri il sindaco Roberto Tola ha chiesto all’assessorato regionale ai Lavori pubblici un contributo straordinario per rimettere in sesto le spiagge e l’arenile prima della stagione estiva. Oltre che a Posada, le abbondanti precipitazioni hanno provocato danni anche a Torpè dove si sono registrati disservizi agli impianti di potabilizzazione in località Bellone. «Il paese è rimasto per quattro giorni senza acqua nelle case – dice il sindaco Omar Cabras – mentre l’altro impianto che serve le frazioni a San Pietro è tuttora non funzionante, e quindi Brunella, Talavà e Su Cossu sono ancora senza acqua». Molte le strade rurali dissestate. Ingenti i danni anche nell’agro, da Cuccu ezzu a Ussela, sino a Santu Martinee Sas Luas con la perdita anche di diversi capi di bestiame morti per annegamento. Anche a Torpè è in corso la conta dei danni ed è stato dichiarato lo stato di calamità naturale.

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