La Nuova Sardegna

Nuoro

Mario Mele in aula il re delle discoteche risponde ai giudici

Mario Mele in aula il re delle discoteche risponde ai giudici

È arrivato in tribunale scortato dagli agenti di Badu ’e Carros La sua prima comparsa in città dopo l’arresto in Kenya

20 maggio 2017
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NUORO. Mario Mele, il “re della movida” nuorese è comparso ieri mattina in aula per assistere al processo che lo vede imputato, insieme ad altre sette persone, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al compimento di reati fallimentari, societari e tributari, di bancarotta e reati fiscali. Gilet in maglia bianco, camicia a righe azzurre e occhiali scuri, l’imprenditore 57enne, latitante per quasi quattro anni e catturato in Kenya il 30 marzo, scortato dagli agenti di custodia del cancere di Badu ’e Carros ha atteso con i suoi legali, gli avvocati Giovanni Azzena e Pietro Pittalis, l’inizio dell’udienza davanti a una nuova composizione del collegio, presieduto dal giudice Giorgio Cannas. Presenti anche i legali degli altri imputati: gli avvocati Franco Luigi Satta, Gabriele Satta, Giuseppe Mocci, Jacopo Merlini, Rinaldo Lai e Antonello Cao. Sentiti i testi del pubblico ministero Andrea Ghironi: il perito Francesco Poletti chiamato ad analizzare alcuni telefonini sequestrati agli imputati dalla cui memoria sono stati individuati ed estrapolati documenti e nominativi utili alle indagini. Dopo di lui il maresciallo della polizia tributaria della Guardia di finanza, Ernesto Selis che ha ricostruito parte della storia delle società costituite da Mele e Gian Pietro Paolo Porcheddu, nonchè il susseguirsi dei soci (sempre parenti o amici degli imputati) che di volta in volta erano entrati in gioco. «La nostra attività si era concentrata su una società con varie proprietà immobiliari in Sardegna, tra Budoni, Agrustos e San Teodoro che non erano state segnalate al passaggio a una nuova società. Siamo risaliti agli imputati dalle utenze Enel e da alcuni contratti di locazione fatti in quel periodo. In particolare Mele – stando a una comunicazione dei carabinieri di Siniscola – aveva dato in affitto un appartamento a un cittadino senegalese che lavorava per lui». Documento però che ieri, lo stesso imputato, ha disconosciuto: «Questa firma non è mia – ha detto Mario Mele – e non ho mai avuto a che fare con questo signore». Prossima udienza il 7 luglio.

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