La Nuova Sardegna

Nuoro

Ottana, sit-in degli ex tessili in prefettura

di Federico Sedda
Ottana, sit-in degli ex tessili in prefettura

I lavoratori della Legler chiedono l’intervento delle istituzioni per evitare un dramma sociale  

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OTTANA. Prima un sit-in davanti al palazzo della prefettura di Nuoro. Poi un incontro con il prefetto, Carolina Bellantoni, per ribadire ancora una volta le difficoltà della loro situazione di ex lavoratori senza reddito e chiedere l'intervento delle istituzioni per evitare un dramma sociale che rischia di diventare irreversibile.

Questa il significato della protesta messa in campo ieri dagli ex lavoratori tessili della ex Legler che si sono ritrovati davanti al palazzo della prefettura dove hanno attuato un sit-in con le bandiere dei sindacati. «Questi lavoratori – ha detto la segretaria provinciale della Femca-Cisl, Katy Contini – aspettano da mesi che la Regione mantenga gli impegni riguardanti i lavoratori esclusi dalla mobilità in deroga a dicembre del 2016». Il problema riguarda 130 lavoratori che, una volta esauriti gli ammortizzatori sociali, sono rimasti senza alcuna tutela economica. In particolare, la proroga della mobilità ha riguardato solo una parte dei lavoratori, mentre quelli la cui mobilità scadeva nel 2016 sono rimasti esclusi da qualsiasi sostentamento per i prossimi anni. Un’ingiustizia sociale che sta gettando nel dramma le famiglie di un centinaio di lavoratori, la maggior parte dei quali giovani. «La situazione – ha sostenuto Jose Mattana della Cgil – sta diventando sempre più insostenibile in un territorio già abbandonato a se stesso». Da qui la ripresa della protesta con il sit-in davanti alla prefettura e il successivo incontro con il prefetto, Carolina Bellantoni, che, a due mesi dal suo arrivo a Nuoro, ha avuto modo di toccare con mano uno dei tanti drammi sociali legati alla mancanza di lavoro che sta vivendo la provincia barbaricina.

«Alla rappresentante del governo – fa sapere Katy Contini – abbiamo esposto i duri colpi che ha ricevuto il nostro territorio dalla chiusura delle fabbriche e dall’abbandono di qualsiasi idea di sviluppo. Abbiamo sottolineato, i danni che sono derivati dal mancato riconoscimento del nostro territorio quale area di crisi complessa e dal mancato avvio delle bonifiche. I due provvedimenti, se attuati – osserva la segretaria della Femca-Cisl – consentirebbero il riavvio di nuova imprenditorialità e la creazione di nuovi posti di lavori». Per quanto riguarda, infine, la situazione degli ex tessili abbandonati a se stessi, i rappresentanti dei lavoratori hanno sottolineato la mancata attuazione degli impegni da parte della Regione, in particolare, dell'assessorato regionale al Lavoro che, lo scorso luglio, aveva ribadito la volontà di risolvere al più presto il problema dei lavoratori esclusi dalla mobilità.

«Invece – hanno concluso Contini e Mattana – gli impegni non si sono ancora concretizzati, rendendo sempre più grave una situazione sociale che si fa insostenibile ogni giorno che passa».

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