La Nuova Sardegna

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Negli scatti di Virgilio Piras c’è “L’altra Sardegna”

di Luciano Piras
Negli scatti di Virgilio Piras c’è “L’altra Sardegna”

Lo storico fotografo dell’Isre raccoglie in una monografia quindici anni di lavoro in strada. Al Museo del costume la mostra resterà aperta fino al 30 novembre

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Nuoro Bianco e nero, prima di tutto. Ogni singola immagine è rigorosamente in bianco e nero. Per sottolineare l’essenza del momento, la semplicità dell’istante. Per fare la differenza, con le tonalità e i giochi di luce. Scatti raccolti in almeno 15 anni di ricerca e intenso lavoro per raccontare “L’altra Sardegna”, quella che non ti aspetti, quella che vivi ogni giorno ma che non vedi mai o quasi mai.

Virgilio Piras invece è particolarmente attento: riesce a immortalare l’evento un attimo prima che accada come pure un attimo dopo i fatti. Riesce a cogliere dettagli che altrimenti sfuggono. Così è nata questa sua nuova monografia, “L’altra Sardegna”, appunto, appena uscita per i tipi della Imago edizioni. Un prezioso volume che inaugura la collana “Quaderni di fotografia”, «un progetto editoriale – sottolinea il direttore Renato Brotzu – che nasce con lo scopo di indagare, attraverso il linguaggio fotografico e i reportage di diversi autori, gli svariati mondi e le differenti geografie, in un affascinante viaggio per immagini alla scoperta della società che cambia».

Lo sa bene Virgilio Piras, forte di una lunga esperienza come fotografo dell’Isre, l’Istituto superiore regionale etnografico di Nuoro. «Sensibile e intuitivo, ama la strada, ha la capacità di sorprenderci, ama curiosare dietro le quinte, ai margini degli eventi» scrive di lui Brotzu. Da Oliena a Orgosolo, da Orune a Fonni, da Galtellì a Baunei, il viaggio che propone Piras è fatto di tante tappe, soprattutto nelle zone interne della Sardegna, con puntate che spaziano fino ad Arzachena, a Nulvi e Sassari, ad Alghero, a Carloforte.

L’isola prende forma nei ritratti della sua gente, primissimi piani, nelle feste e nelle tradizioni. Se c’è una processione, Virgilio Piras fotografa l’attesa, il fermento, l’emozione che precede la processione. La corsa dei bambini con i cavallini di canna la fotografa un millesimo prima della partenza. Il rito pasquale di s’Incontro un attimo dopo gli spari a salve con i fucili, inquadrati quando sono ormai poggiati a terra. Sant’Antonio abate, l’Ardia, il Carnevale, la Faradda, San Francesco. Ma anche il teatro di strada, il lavoro, la stazione degli autobus, le manifestazioni di piazza compongono questo mosaico davvero insolito. La prospettiva e il punto di vista sono sempre originali, imprevedibili, mai banali. Eppure, lo sguardo di Virgilio Piras è costantemente uno “sguardo pubblico”.

Lo sottolinea in prefazione Felice Tiragallo, professore associato di discipline demo-etnoantropologiche dell’università di Cagliari. «Uno sguardo che indica curiosità, forse vanità, ma anche sicurezza di sé e capacità di vivere la vita sociale» aggiunge. «Uno sguardo rispettoso – dice –, discreto, che conosce la dimensione dell’umiltà e della curiosità più spontanea e più disarmante, quella dell’interesse per gli altri» spiega ancora Tiragallo. Anche lui, Tiragallo, sarà presente stasera, venerdì 8 novembre, alle 18,30 nell’auditorium “Lilliu” del Museo del costume (via Mereu) per la presentazione del libro e l’inaugurazione della mostra fotografica “L’altra Sardegna”. Una selezione di immagini tratte dal volume appena pubblicato da Virgilio Piras (la mostra resterà aperta fino al 30 novembre). Con l’autore e il direttore della collana “Quaderni di fotografia” Renato Brotzu, ci sarà, inoltre, anche Marco Mulas, direttore del Servizio tecnico-scientifico dell’Isre. «Mi piacerebbe – confessa Piras – riuscire a trasmettere all’osservatore anche una minima parte delle sensazioni che provo in quel momento che va oltre il semplice gesto tecnico di premere un pulsante». Virgilio Piras c’è riuscito, in pieno. Vedere per credere.

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