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Stipati e in piedi per ore, viaggio da incubo sul treno Olbia-Cagliari

Stipati e in piedi per ore, viaggio da incubo sul treno Olbia-Cagliari

Solo due carrozze per un migliaio di passeggeri

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Olbia Viaggio da incubo per centinaia di persone, soprattutto studenti, che ieri pomeriggio sono salite a bordo del treno diretto a Cagliari. I posti a sedere, già da Olbia - stazione di partenza -, sono stati subito occupati e moltissimi passeggeri sono rimasti in piedi. Ma il treno doveva fare anche alcune fermate e, durante ogni sosta, le uniche due carrozze si sono riempite sempre di più. Risultato: tutti appiccicati, tra collera, nervosismo e proteste. «Eravamo almeno in mille», ha detto un giovane.

Qualcuno ha provato anche a sedersi per terra, utilizzando zaini e borsoni come cuscini, ma non è stato piacevole. I ragazzi hanno quindi scattato foto e girato filmati, inviati ben presto sui cellulari di parenti e amici e poi diffusi anche sui social in diretta, lamentandosi del pesante disagio che hanno dovuto sopportare. Il treno Olbia-Cagliari in questione, partito ieri pomeriggio dalla città gallurese, e arrivato nel capoluogo regionale verso le 19.

I passeggeri rimasti in piedi sino alla fine erano stremati ma nessuno ha risposto all’invito di scendere alla stazione di San Gavino per attendere un altro convoglio. Avrebbero appunto dovuto aspettare e a quel punto, dopo la stanchezza accumulata, non avevano l’intenzione di prolungare ulteriormente quel viaggio.

«Si è verificata una situazione da terzo mondo - denuncia il segretario regionale della Uil William Zonca, contattato da un gruppo di passeggeri -. Gli studenti hanno approfittato del ponte dell’Immacolata per trascorrere a casa qualche giorno nel nord e nel centro dell’isola e ieri si sono messi tutti in viaggio verso Cagliari per riprendere gli studi universitari.

Sul treno però non c’erano poltrone per tutti e man mano che la gente saliva durante le soste trovava solamente posti in piedi. Assurdo. Questo è un problema da risolvere al più presto: è inaccettabile che si crei un tale disagio per l’utenza, ma nello stesso tempo anche chi lavora a bordo di un treno non deve mai trovarsi in un contesto che può essere rischioso». (s.p.)

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