La Nuova Sardegna

Olbia

Piano casa sul lungomare il Comune detta le regole

di Dario Budroni
Piano casa sul lungomare il Comune detta le regole

Oggi in consiglio comunale la delibera sul rinnovo del patrimonio abitativo L’assessore Monni: «Altezza limitata a 10 metri nella prima fila fronte mare» 

10 marzo 2022
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OLBIA. L'amministrazione comunale stabilisce le nuove regole per rinnovare il patrimonio immobiliare esistente in un’ottica di sostenibilità ambientale, con particolare riguardo alle aree di pregio inserite in una prospettiva di sviluppo urbano e di immagine della città, come il waterfront. Si parla di altezza degli edifici in prima e seconda fila fronte mare. La “manovra urbanistica” è contenuta in una delibera (aggiunta con una integrazione all’ordine del giorno, come comunicato dal presidente Marzio Altana) che sarà discussa e votata questa sera durante la seduta del consiglio.

Tutto parte dal Piano casa – esattamente dall'articolo 39 della legge regionale 8 del 2015 – che prevede già di intervenire sul patrimonio immobiliare esistente, con un incentivo del 30% di volumi in caso di demolizione e ricostruzione, con possibilità di deroga agli strumenti urbanistici. Tale deroga però, esclude un parere del consiglio comunale, essendo infatti sufficiente un parere tecnico del dirigente dell’ufficio. Il Comune di Olbia, invece, ha deciso diversamente optando per il coinvolgimento dell’assemblea civica. «La nostra volontà politica è stata infatti quella di coinvolgere sia la commissione urbanistica che il consiglio comunale – spiega l’assessore comunale all’Urbanistica Bastianino Monni – stabilendo che nella prima fascia del waterfront, quindi quella di fronte al mare, in casi di demolizione e ricostruzione, si possano realizzare palazzi fino a un massimo di tre piani, cioè con un’altezza di 10 metri, mentre nella seconda fila l’altezza massima sarà di 13 metri. Noi crediamo fortemente nel recupero del patrimonio immobiliare esistente, ma siamo anche per uno sviluppo armonico, che non deturpi ma valorizzi il paesaggio urbano. Un ragionamento che vale in particolare per un’area così importante come il lungomare che, seppur non si trovano immobili di particolare pregio storico e architettonico, per noi va considerato alla pari del centro storico».

«La trasformazione senza regole precise di questa parte importante della città potrebbe avere un impatto urbanistico e architettonico incontrollabile – aggiunge l’assessore Monni – motivo per il quale riteniamo che sia necessario assoggettare gli immobili che si trovano sul fronte mare a uno studio-piano particolareggiato che ne disciplini le tipologie, le altezze, i colori e le caratteristiche architettoniche. Per non bloccare l’iniziativa privata e nelle more dell’approvazione dello studio particolareggiato, le altezze degli edifici vengono pertanto limitate a 10 metri con un massimo di tre piani fuori terra nella prima fila, 13 metri con un massimo di quattro nella seconda fila».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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