Arzachena e la Costa Smeralda piacciono anche in primavera, un po’ meno ad agosto
I dati delle presenze parlano di una flessione del 7% nei mesi centrali dell’estate, crescono invece maggio, giugno e settembre. L'analisi del sindaco Ragnedda
Inviata ad Arzachena Un segno negativo che regala il sorriso. La flessione di presenze turistiche a luglio e agosto intorno al 7% non preoccupa il sindaco Roberto Ragnedda. Anche perché compensata dal segno + di maggio, giugno e settembre. La matematica dice che la vacanza smeralda può essere anche nell’ “altra stagione”.
Numeri 2002 confermati «Alla fine dovremmo confermare i numeri dello scorso anno – spiega il primo cittadino –. I dati in nostro possesso parlano di 900mila presenze fino a settembre. Nel 2022 chiudemmo a poco più di 1 milione e 200mila e pensiamo di attestarci sulle stesse cifre. Quella appena conclusa è stata sicuramente una stagione positiva, nonostante il problema cronico del costo dei trasporti. I dati dimostrano la piena ripresa del fenomeno turistico nella nostra destinazione. Confermati anche i punti di forza di Arzachena, in primis il segmento extra lusso».
Primavera smeralda La novità di quest’anno è la distribuzione delle presenze. «Abbiamo registrato una diversa tendenza rispetto al passato – spiega Ragnedda – con un leggero calo di presenze a luglio e agosto e un incremento su maggio, giugno e settembre. Un trend che non va letto in modo negativo, tutt’altro. Da tempo portiamo avanti una politica per valorizzare l’altra stagione e per fare sì che Arzachena e la Costa Smeralda possano vivere non soltanto nei canonici mesi di luglio e agosto. Si è andata così a consolidare una tendenza che vede il nostro territorio scelto anche nei cosiddetti periodi di spalla. Questo spostamento di turisti ci fa piacere, per diversi motivi. Perché viene confermato l’apprezzamento del nostro territorio a 360 gradi. Non solo per il mare, ma anche per le bellezze paesaggistiche, i percorsi outdoor, l’enogastronomia e i siti archeologici. Questi ultimi a oggi hanno fatto registrare oltre 150 mila presenze, attestandosi quasi ai numeri pre-Covid».
No al turismo di massa Il sindaco ricorda poi che Arzachena e la Costa Smeralda non sono destinazioni da turismo di massa. «Non vogliamo certo sputare sui numeri, ma dobbiamo fare i conti con una terra che va tutelata – dice –: le nostre spiagge non sono chilometriche, sono insenature e calette, molto fragili dal punto di vista ambientale, che vanno utilizzate, ma anche protette. Se questa tendenza verrà confermata nel tempo ne saremo contenti. Ovviamente il fenomeno del turismo marino-balneare, che va da solo da 60 anni va migliorato, in particolare nei servizi e nella tutela».
Identità e internazionalità Il sindaco sottolinea anche l’importanza della sinergia con le strutture ricettive per ottenere una stagione più lunga. «Da qualche anno Sardegna Resort ha avviato una politica di apertura anticipata dei suoi hotel e di chiusura che arriva fino a ottobre. Ovviamente quando aprono pezzi pregiati della nostra destinazione, a caduta aprono bar, ristoranti, trasporti, agenzie immobiliari, servizi nautici. Certo il fenomeno non è circoscritto agli hotel extra lusso di Sardegna Resort. Stiamo vedendo negli ultimi anni una attenzione particolare da parte di grandi brand internazionali dell’hotellerie e dell’ospitalità, che andranno a rafforzare la proposta di una destinazione sempre più internazionale, che garantisce da un lato la sua identità, ma a fianco di colossi mondiali che rappresentando un driver importante».
Formazione per crescere La parola d’ordine per essere premiati dai vacanzieri, oltre alla bellezza dei luoghi, in cui però fa tutto madre natura, secondo Ragnedda è qualità dei servizi. «La statistica ci dice che il mercato tende a premiare la qualità dei servizi, la professionalità, la pulizia, l’ospitalità. Se da un lato la stagione si è confermata grazie ad alcuni suoi punti di forza, le lamentele sono arrivate spesso per la mancanza di personale qualificato e per la difficoltà nel trovarlo fidelizzato. Ma il personale si fidelizza trattandolo bene, chiedendo il giusto, pagando gli straordinari e garantendo un’ apertura minima che sia dignitosa, nell’interesse del lavoratore. Difficile trovare personale qualificato per fargli fare due mesi di stagione. Parallelamente abbiamo portato avanti iniziative di formazione, affiancando al punto fermo rappresentato dall’istituto alberghiero, i corsi Its e di Promocamera».