La Nuova Sardegna

Olbia

Il recupero

Yacht affondato a Olbia, ecco chi sono i sommozzatori che lavorano alla bonifica

Yacht affondato a Olbia, ecco chi sono i sommozzatori che lavorano alla bonifica

Le società One e Mg sub service sono impegnati dal giorno dell’affondamento dell’Atina

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Olbia In fondo al mare per ripulirlo dai detriti carbonizzati che si sono staccati dal relitto dell’Atina. La bonifica nel tratto di mare di fronte alle Saline è già cominciata e proseguirà nei prossimi giorni. A scendere in acqua fino a un profondità di 8 metri, laddove si è inabissato, dopo essere stato divorato dalle fiamme, il maxi yacht, sono 18 sommozzatori. Con gli otto della Resolve marine che si è occupata delle operazioni di recupero del relitto, ci sono dieci sommozzatori di due società olbiesi che si occupano di lavori subacquei e marittimi: la One, attiva già da dieci anni, di cui è amministratore unico Tiziano Cabizzosu, e la Mg sub service, operativa da quattro anni, di cui è amministratore unico Gianmario Marroni.

Al lavoro dal 10 agosto Le due società olbiesi hanno lavorato nel sito fin dal giorno dell’affondamento del 47 metri super lusso, avvenuto il 10 agosto scorso. «Abbiamo partecipato a tutte le operazioni: dal monitoraggio dei fondali all’estrazione del carburante dai serbatoi in collaborazione con la ditta spagnola Ardentia Marine, dall’imbragatura con grosse catene del maxi yacht per riportarlo in superficie alla bonifica dei fondali tuttora in corso», spiega Tiziano Cabizzosu, 52 anni, che è anche presidente della sezione nautica di Confindustria centro nord Sardegna.

La bonifica Il pontone Conquest MB1 a bordo del quale è stato issato il 4 novembre scorso il relitto dell’Atina, è il quartier generale dove i sub si preparano per l’immersione e dove ci sono tutte le attrezzature necessarie per svolgere le attività previste. Ogni giorno, dalle 7 del mattino fino alle 17 del pomeriggio, i dieci sommozzatori della One e della Mg sub service, sono impegnati nelle varie attività che in questo momento riguardano, appunto, la bonifica dei fondali dai detriti e dai materiali carbonizzati che si sono staccati dal relitto durante l’incendio e l’affondamento, e nei quasi tre mesi di permanenza sott’acqua. Al termine della bonifica, il materiale recuperato potrà essere quantificato con esattezza. Al momento i sommozzatori hanno riempito una decina di grossi contenitori da circa mille chili ciascuno che vengono riportati in superficie e messi a bordo della piattaforma da gru. «La bonifica proseguirà ancora per qualche giorno – prosegue Tiziano Cabizzosu – L’ultima attività prevista è la scansione tridimensionale del fondale per verificare se è stato ripulito o se ci sono ancora detriti».

Le missioni Le società olbiesi One e Mg sub service, si occupano di lavori ingegneristici e lavori marittimi non solo nell’isola e nella penisola,  ma ovunque venga richiesto il loro intervento. «Abbiamo lavorato in Congo, nel Messico, in Africa. Andiamo dove c’è da lavorare». Alla One lavorano 22 persone (di cui cinque sommozzatori), alla Mg sub service,  9 (anche in questo caso, cinque sommozzatori). L’età media è di 30, 35 anni.

Fine delle operazioni La conclusione di tutte le attività, con la ripartenza della piattaforma verso Piombino per la demolizione del relitto dell’Atina, è prevista per l’11 novembre. Questa è stata la data indicata dalla Capitaneria di porto che, ovviamente, coordina e sovrintende a tutte le operazioni. (t.s.) 

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