La Nuova Sardegna

Olbia

Violenza sessuale

Processo Grillo, i consulenti della difesa: «Accusatrice poco attendibile»

Processo Grillo, i consulenti della difesa: «Accusatrice poco attendibile»

In aula psicologo e psichiatra, si prosegue oggi col medico legale e il consulente informatico

07 novembre 2024
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Tempio Le condizioni psicologiche della studentessa italo norvegese, principale accusatrice di Ciro Grillo e dei suoi tre amici Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria, imputati per violenza sessuale di gruppo, sono state al centro dell’udienza di oggi 7 novembre. In aula, nel tribunale di Tempio, i consulenti della difesa: la psicologa forense Lucia Tattoli e lo psichiatra Enrico Zanalda. Dall’udienza – che si celebra a porte chiuse – sarebbero emersi elementi che metterebbero in dubbio l’attendibilità della giovane, oggi 23enne.

I consulenti della difesa hanno lavorato sugli atti del processo. La psicologa ha messo in evidenza come da alcune chat scritte dalla ragazza emerge che soffriva di disturbi alimentari prima del luglio del 2019, e cioè prima della presunta violenza sessuale, e non come lei aveva, invece, dichiarato, dopo lo stupro, come conseguenza del forte trauma subìto. Ha inoltre evidenziato come la terapia a cui è stata sottoposta subito dopo il fatto per curare il “disturbo da stress post traumatico” che le era stato diagnosticato – e che il Codice rosso prevede che venga eseguito solo dopo che è stata cristallizzata la testimonianza della vittima in incidente probatorio – potrebbe aver interferito sul meccanismo della memoria, cancellando tutti quei particolari ed elementi che non sarebbero coerenti con la sua versione. Da qui i dubbi sull’attendibilità delle sue dichiarazioni. La studentessa era stata sentita in aula un anno e mezzo dopo l’inizio del processo (per ben sei udienze consecutive), e mai in incidente probatorio.

Lo psichiatra Enrico Zanalda si è addentrato nella questione del “disturbo da stress post traumatico da violenza sessuale” che era stato diagnosticato alla ragazza, allora 19enne, dalla clinica Mangiagalli di Milano dov’era stata visitata al suo rientro dalla vacanze da Porto Cervo,  e da altri tre medici. Lo psichiatra ha sostenuto che non c’è certezza sul fatto che i sintomi da lei descritti  siano riconducibili esclusivamente al “disturbo da stress post traumatico” non escludendo, quindi, che possa essere affetta da un altro tipo di disturbo. L’intervento dello psichiatra è stato fortemente contestato dall’avvocato di parte civile che assiste la studentessa, l’avvocato Dario Romano, dello studio Bongiorno.

«I consulenti hanno espresso delle valutazioni che noi consideriamo molto importanti per sostenere la tesi difensiva, elementi che hanno una grande incidenza sulla valutazione dell’attendibilità e credibilità della parte offesa – ha detto alla fine dell’udienza l’avvocato Gennaro Velle, difensore con l’avvocata Antonella Cuccureddu di Francesco Corsiglia. Certamente i nostri consulenti non hanno visitato la ragazza, ma hanno fatto le loro valutazioni analizzando tutto il materiale agli atti del processo, lo stesso, quindi, che hanno in mano i giudici». Il processo prosegue domani 8  novembre. In aula il medico legale Marco Salvi e il perito informatico Mattia Epifani.

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