Liti tra allevatori e cercatori di funghi
SENEGHE. Dopo le avvisaglie dei giorni scorsi, verificatesi a San Leonardo, dove i cercatori di funghi avevano trovato pezzi di arbusti sistemati tra i parabrezza e i tergicristalli delle auto e dei...
SENEGHE. Dopo le avvisaglie dei giorni scorsi, verificatesi a San Leonardo, dove i cercatori di funghi avevano trovato pezzi di arbusti sistemati tra i parabrezza e i tergicristalli delle auto e dei fuoristrada, qualche giorno fa un episodio che poteva finire peggio si è verificato nel bosco di Seneghe. Protagonisti alcuni allevatori da una parte e cercatori di funghi dall’altra. A far saltare i nervi di chi in campagna lavora e tiene il bestiame, ancora una volta, è stato il comportamento scorretto di qualche maleducato. Il problema è sempre lo stesso: cancelli lasciati aperti, pietre buttate giù dai muretti a secco e non rimesse a posto, recinzioni allargate e bestiame che esce dai fondi chiusi, costringendo gli allevatori a lunghe e faticose ricerche per ricondurlo nelle loro proprietà.
Una situazione che diventa ogni giorno più insostenibile e rischia di far saltare i nervi a qualcuno. Nei boschi di Seneghe, come in quelli di Scano Montiferro, Cuglieri e Santu Lussurgiu, da circa un mese, quotidianamente si riversano centinaia di persone armate di cestino e roncola che raccolgono i funghi. Il problema, al di là dei danneggiamenti, è che naturalmente non essendo il settore regolamentato, tutti possono andare a raccogliere funghi ovunque, e spesso per i residenti non resta nulla.
L’incontro ravvicinato avvenuto nelle campagne seneghesi, per fortuna non ha lasciato conseguenze. Ma la rabbia continua a montare e l’intolleranza pure. «Qualche giorno fa – ha detto un abitante del paese – sono andato a cercare qualche fungo per me. Quando ho visto il numero di macchine parcheggiate lungo il bordo della strada e perfino dentro il bosco, ho desistito e sono tornato indietro. È una cosa assurda, non può durare».
Da più parti si chiede una legge regionale che regolamenti la raccolta. Qualche giorno fa l’aveva sollecitata anche il sindaco di Scano Montiferro, Franco Frascaro, che aveva portato la questione perfino in consiglio comunale. «Se si vogliono prevenire situazioni che possono diventare pericolose – aveva detto Frascaro –, i politici del territorio si facciano carico della questione e la promuovano». «Stanno distruggendo tutto» ha detto, sconsolato, lo sfortunato cercatore seneghese, tornato a casa con il cestino vuoto.
Piero Marongiu