Accuse a don Usai, un punto per la difesa
ORISTANO. «Non ho mai saputo di prostituzione all’interno della comunità. Don Antonio Usai? Una brave persona, si comportava bene. Chi lo ha accusato ha detto falsità per metterlo nei guai». Giulia,...
ORISTANO. «Non ho mai saputo di prostituzione all’interno della comunità. Don Antonio Usai? Una brave persona, si comportava bene. Chi lo ha accusato ha detto falsità per metterlo nei guai».
Giulia, nigeriana, giovane madre di un bambino di pochi mesi, tanto piccino da portarlo con se anche in tribunale, ieri mattina ha parlato così dinanzi ai giudici che l’hanno interrogata come testimone al processo contro don Antonio Usai. Un elemento indiscutibilmente a favore della difesa.
Il sacerdote, responsabile della comunità “Il Samaritano” di Arborea, che alla fine del 2010 era stato arrestato (oggi tornato in libertà) per violenza sessuale e favoreggiamento della prostituzione, ed ora, sotto processo, in aula invece non c’era.
Come non si è presentata neppure la seconda delle testimoni che ieri avrebbero dovuto deporre, anche lei una nigeriana, anche lei affidata alla Comunità finita nell’occhio del ciclone a seguito di un’inchiesta che, secondo la ricostruzione dell’accusa, dovrebbe far emergere storie di prostituzione e ricatti sessuali ai danni di alcune donne africane ospitate nella struttura.
Era stata proprio una delle ospiti a denunciare di esser stata vittima dei ricatti sessuali da parte del sacerdote, con la promessa di agevolazioni per l’ottenimento del permesso di soggiorno. Tesi che la donna ha confermato in aula. Ma ieri, un’altra ospite ha detto altre cose che scagionerebbero l’imputato.
Ieri mattina, dopo una lunga pausa in attesa di poter rintracciare la testimone risultata poi assente, al giudice Carla Altieri non è rimasto che aggiornare l’udienza e rinviarla al 24 novembre prossimo, per ascoltare altri testimoni che dovranno chiarire meglio una vicenda decisamente controversa.
Michela Cuccu