La Nuova Sardegna

Oristano

Pronti alla catastrofe: ecco il piano di emergenza

Pronti alla catastrofe: ecco il piano di emergenza

Il documento predisposto dall’Asl per la gestione delle situazioni di crisi Lo scenario ipotizzato: un arrivo massiccio di feriti all’ospedale San Martino

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ORISTANO. Una catastrofe naturale, ma anche un grave incidente, comunque un evento capace di provocare gravi traumi alle persone. Come reagirebbe la macchina dei soccorsi in caso di disastro a Oristano? La Asl 5, proprio nei giorni scorsi, ha approvato un piano di emergenza da mettere in atto nel malaugurato caso di un evento grave che metterebbe sotto pressione l’apparato sanitario e di soccorso. L’ipotesi è quella di un afflusso enorme di feriti: come soccorrerli, curarli e soprattutto, come organizzare le strutture sanitarie già presenti, come gli ospedali e in particolare, i reparti di pronto soccorso e di chirurgia, solo per fare qualche esempio. Le risposte sono contenute nel Peimaf (sigla che sta per Piano di emergenza massiccio afflusso di feriti), recentemente approvato dal commissario straordinario dell’Azienda sanitaria, Maria Giovanna Porcu.

In caso di grave emergenza gli ospedali diventano infatti il punto di riferimento dei soccorsi. A Oristano è l’ospedale San Martino che si trasformerebbe nel presidio di riferimento. È qui, come prevede il Piano appena approvato, che verrebbe costituita l’Unità di crisi, con la sede operativa che andrebbe ad occupare la sala riunioni della Direzione sanitaria. Unità di crisi che, essendo l’organo di gestione e coordinamento della maxi-emergenza, sarebbe presieduta dal direttore sanitario dell’ospedale (incarico attualmente ricoperto dal dottor Nicola Orrù) e composta dai direttori dei dipartimenti di Emergenza Urgenza, Chirurgia, Medicina, Professioni sanitarie e Servizio tecnico.

Al direttore del Pronto soccorso sono assegnati una serie di compiti fondamentali che vanno dal coordinamento dei rapporti con il 118 e l’elisoccorso, dell’accettazione e ricezione dei pazienti, ma partecipa anche alla loro assistenza in collaborazione con un rianimatore, un cardiologo, un chirurgo, un ortopedico e un ginecologo, figure mediche specialistiche che come stabilisce il Piano di emergenza, vanno ad incrementare l’organico del Pronto soccorso.

Nei primissimi istanti dell’emergenza tutto il personale medico e infermieristico e ausiliario verrebbe mobilitato: Verrebbe messo in allarme anche il personale degli ospedali di Bosa e Ghilarza, che, come prevedono le procedure sanitarie d’urgenza, attiverebbero anche le loro sale operatorie e, solo per fare un esempio, metterebbero a disposizione i propri reparti e i posti letto in caso fosse necessario procedere a ricoveri.

Per incrementare la capacità ricettiva nei reparti, il Piano prevede inoltre la requisizione dei locali dell’ospedale normalmente adibiti a sale riunioni, ambulatori e le stanze dei medici. Anche il Servizio tecnico ha un ruolo importantissimo per garantire la presenza di operatori e manutentori. I responsabili dei vari servizi dovrebbero richiamare al lavoro tutto il personale disponibile.

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