La Nuova Sardegna

Oristano

Il progetto

Il polo dell'eolico offshore ha trovato casa a Oristano

di Ilenia Mura
Il polo dell'eolico offshore ha trovato casa a Oristano

Nel porto il più grande cantiere italiano per le pale galleggianti, che saranno prodotte per essere esportate

03 luglio 2024
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L’obiettivo è diventare il polo strategico e di riferimento dell’eolico “flottante” per tutto il bacino del Mediterraneo. Con un investimento iniziale di 380 milioni di euro, settanta ettari della zona industriale (fino a 225 ettari al 2030) saranno riqualificati e trasformati nel più grande cantiere italiano dove si fabbricheranno, da zero, le gigantesche turbine destinate al mercato della green economy che sfrutta la potenza del vento direttamente sul mare. Le assunzioni previste sono 500 con un indotto di altre 500 unità. In poche parole: la città di Eleonora diventerebbe leader europeo nella filiera tecnologica dell’eolico offshore galleggiante. Intanto, è previsto un investimento di altri 70 milioni per il settore di ricerca e sviluppo, col varo della prima pala eolica offshore programmato per la fine del 2027. Inizio lavori: 2025.

Sono questi i dettagli del progetto “Oristano construction & assembly port” presentato al Consorzio industriale provinciale da Seawind Italia Srl, società di scopo (con sede legale a Portoscuso) completamente incorporata in Seawind Ocean Technology BV, società di diritto olandese. Concepito per superare gli elevati costi del mercato dei parchi eolici offshore, una volta realizzato, garantirebbe operazioni a basso impatto ambientale quando si opera offshore e onshore. Per il direttore del consorzio industriale provinciale oristanese, Marcello Siddu, si tratta di una importante opportunità per il territorio: «Questo impianto garantirebbe centinaia di posti di lavoro, grazie anche all’indotto legato in gran parte al settore delle costruzioni».

Dopo aver incassato il via libera per l’insediamento nella zona sud della zona industriale di Oristano, destinata alla costruzione e assemblaggio di unità eoliche flottanti, la Seawind si appresta in questi giorni ad inoltrare la domanda di concessione demaniale: «Monteremo le unità sul lato del porto, le solleveremo e le installeremo utilizzando le gru mentre i rimorchiatori elettrici oceanici traineranno la turbina dentro il porto», spiegano dalla Società intenzionata a sviluppare quello che è considerato un polo strategico che consentirà di soddisfare – da qui al 2050 – la richiesta del mercato delle energie rinnovabili considerate in forte espansione.

Secondo analisti ed esperti, riuniti nel recente summit romano dell’associazione nazionale energia del vento (Anev), «gli attuali obiettivi nazionali ed europei individuano e tracciano una importante traiettoria di crescita per il settore delle energie rinnovabili al 2030», per raggiungerli l’Italia dovrà fare affidamento su tutte le risorse a disposizione. Ecco perché «l’eolico offshore rappresenta un asset strategico per la decarbonizzazione e la transizione energetica del Paese, nonché una grande opportunità di crescita per il mercato e per l’implementazione di una filiera industriale nazionale». In particolare, la prospettiva di sviluppare tecnologie galleggianti a supporto delle turbine eoliche, offre all’Italia un margine di sviluppo considerevole nel settore dell’energia del vento offshore, altrimenti circoscritta a pochi casi.

Il progetto di Seawind, che in questa operazione ha come partner Buzzi Group (calcestruzzo) e Manini Prefabbricati Spa, punta alla produzione di strutture di supporto flottanti, in calcestruzzo o in acciaio, per poi passare all’assemblaggio di turbine da 15-18 megawatt. Fino al varo delle unità assemblate in mare per il trasporto al parco eolico. Una sola catena di montaggio in un unico luogo: il porto industriale di Oristano, che sarebbe primo in Italia. Il progetto ha avuto l’assenso di Provincia, Camera di Commercio Cagliari-Oristano, Comune di Santa Giusta e Oristano, affronta il problema delle infrastrutture portuali inadeguate e coprirà tutto il Mediterraneo per fornire il numero di gigawatt annunciato nel mercato eolico offshore entro il 2050. In Sardegna si produrranno turbine eoliche, torri in acciaio, fondazioni in calcestruzzo. I servizi: dall’assemblaggio al sollevamento, fino al varo e il traino. A regime, il Cap di Oristano sarà in grado di costruire, assemblare e lanciare 50 unità con turbine eoliche da 15 – 18 megawatt all’anno, con una produzione di mille megawatt all’anno. Un processo di assemblaggio portuale che offrirebbe la massima capacità produttiva e il costo più basso a livello globale.


 

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