La Nuova Sardegna

Oristano

Le reazioni

La Prefettura di Oristano nell’ex reggia degli Arborea, il sindaco si accontenta

di Enrico Carta

	Uno scorcio della reggia giudicale degli Arborea poi diventata carcere durante il dominio dei Savoia
Uno scorcio della reggia giudicale degli Arborea poi diventata carcere durante il dominio dei Savoia

Massimiliano Sanna: «Avremmo preferito che la titolarità del bene fosse riconosciuta al Comune che lo avrebbe utilizzato pienamente a fini culturali, ma è comunque significativo che l’edificio sia recuperato, valorizzato e ritorni alla città»

17 ottobre 2024
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Oristano Il sindaco usa parole molto misurate. Che sia il classico far buon viso a cattivo gioco? Un accontentarsi per evitare uno scontro istituzionale? Un po’ di malumore a Palazzo Campus Colonna negli ultimi due giorni lo si avvertiva. Più apertamente parlano di «storia calpestata» i componenti dell’associazione culturale Oristano nascosta che si occupa di recuperare alla città il patrimonio, la memoria e l’identità medievali che in parte sono andati perduti per l’incapacità tutta oristanese di tenerli in vita. La cessione dall’Agenzia del Demanio alla Prefettura che trasformerà in uffici quella che fu la reggia dei giudici di Arborea non scalda esageratamente i cuori. I toni soddisfatti con cui, appena due giorni fa, erano stati annunciati il passaggio di proprietà, il finanziamento da tredici milioni e l’avvio dell’iter che porterà alla riqualificazione dell’edificio trovano un entusiasmo freddino nella massima istituzione politica cittadina. Mercoledì la direttrice regionale dell’Agenzia del Demanio Rita Soddu, al momento dell’annuncio alla presenza del prefetto Salvatore Angieri, aveva detto: «Ospiterà una delle istituzioni più prestigiose dello Stato nel palazzo più prestigioso di Oristano», per l’appunto quello in cui, nel medioevo, la famiglia regnante degli Arborea decideva le sorti di quasi tutta la Sardegna, tenendo testa per secoli al regno catalano aragonese e arrivando a un passo dall’unificazione dell’isola. Il sindaco esordisce con un: «Avremmo preferito che la titolarità del bene fosse riconosciuta al Comune che lo avrebbe utilizzato pienamente a fini culturali, ma è comunque significativo che l’edificio sia recuperato, valorizzato e ritorni alla città».

Un colpo al cerchio e uno alla botte, col primo cittadino felice ma non troppo sull’esempio della volpe e l’uva: l’animale non potendo arrivare a gustare i suoi acini che erano troppo in alto, disse che tanto era acerba. Poi il primo cittadino ricorda l’impegno di varie giunte affinché il bene tornasse nella disponibilità piena dell’ente locale: «Da molto prima che venisse realizzata la Casa circondariale di Massama, il Comune si è impegnato nel confronto con lo Stato per rivendicare la titolarità e restituire alla città un bene di straordinario valore per la cultura, la storia e l’identità di Oristano e dell’intera Sardegna. Tutte le amministrazioni che si sono succedute si sono impegnate in questa direzione. Io stesso, da vice sindaco e assessore alla Cultura prima e da sindaco poi, ho avuto più di un confronto con gli organi dello Stato e della Regione per ragionare sul futuro dell’antica reggia».

Gli ultimi sono stati proprio quelli con l’Agenzia del Demanio e con la Prefettura, durante i quali «il Comune ha respinto l’ipotesi di un trasferimento nell’edificio dell’Agenzia delle Entrate, una soluzione che non ritenevamo in linea con la natura dell’edificio e con le caratteristiche di quella zona della città, nonché del progetto di riqualificazione di piazza Manno e di quella porzione del centro storico. Successivamente è stata presentata la proposta del trasferimento della Prefettura che, come ha evidenziato il Demanio, consente di soddisfare l’esigenza dello Stato, che è proprietario dell’immobile, di ottimizzare l’impiego del proprio patrimonio immobiliare, risparmiando sui costi di affitto per gli uffici pubblici. Di pari passo si dovrà procedere alla destinazione al Comune di una porzione rilevante per fini culturali».

Si dovrà accontentare – qualcuno in piazza Roma ieri mattina parlava ironicamente di «un angolino» – di uno spazio ridotto. Su questo aspetto il sindaco così conclude: «Si è molto dibattuto sul possibile utilizzo dell’antica reggia, valutando costi e benefici. L’obiettivo finale, da tutti condiviso, era ed è il recupero e la valorizzazione dell’edificio. Nonostante le nostre reiterate richieste di avere la titolarità del bene, oggi abbiamo di fronte la concreta possibilità di ridare vita a un edificio che è custode dell’identità della nostra comunità. È importante che oltre alla Prefettura, la cui funzione di principale organo territoriale di governo giustifica anche storicamente la nuova destinazione dell’edificio che durante il medioevo ospitava la reggia degli Arborea, ci sia spazio per attività culturali. Una porzione rilevante dell’immobile, l’ala del castello che è la parte storica dell’edificio, sarà destinata al Comune ed è facile immaginare un progetto per la valorizzazione della storia giudicale, ma su questo aspetto avvieremo una riflessione ampia e condivisa».

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