Cormorani sempre più voraci: «Danni alla pesca per centinaia di migliaia di euro»
L’appello dei pescatori durante un vertice in Provincia con l’amministratore straordinario Battista Ghisu che chiede l’intervento della Regione sui ristori
Oristano Il primo tema affrontato è stato quello dei ristori per i danni provocati dai cormorani. I pescatori hanno definito insufficienti i risarcimenti che, basati su un sistema di rilevamento che non arriva a determinare l’effettiva consistenza della popolazione svernante degli uccelli e della quantità di pesce (si parla di tonnellate) che ad ogni stagione, voracissimi, divorano. La Provincia chiederà alla Regione di intervenire a sostegno dei pescatori delle lagune dell’Oristanese. L’amministratore straordinario, Battista Ghisu, ha annunciato l’invio agli assessorati regionali all’Ambiente e all’Agricoltura, di un documento con la richiesta di rivedere il sistema dei ristori per i danni provocati dai cormorani e la realizzazione di quelle opere idrauliche su canali e stagni, annunciate da anni ma mai realizzate, nonostante ci siano i fondi a disposizione. Questo il risultato dell’incontro che si è tenuto ieri mattina nell’aula consiliare di via senatore Carboni. Convocati da Ghisu alla riunione erano presenti i presidenti delle cooperative e dei consorzi dei pescatori delle acque interne dell’Oristanese e i rappresentanti delle associazioni di categoria che hanno tracciato un quadro poco confortante di un settore strategico per l’economia del territorio ma in costante difficoltà, tradotta negli anni con un drastico calo del numeri degli addetti e la quasi impossibilità di un ricambio degli addetti. Giuliano Cossu, presidente del Nuovo Consorzio Pontis, ha messo in evidenza come «A fronte di centinaia di migliaia di euro di danni provocati dai cormorani, la Regione ne rimborsa solo una misera percentuale. Non c’è la volontà da parte della politica di risolvere il problema – ha proseguito –. Se anche questa volta non arriveranno risposte, siamo pronti ad andare a Cagliari e presidiare la Regione ad oltranza. Esattamente come giustamente fanno altre categorie di lavoratori per ottenere il rispetto dei loro diritti». Cossu ha anche denunciato una drastica riduzione degli addetti: «Nel nostro Consorzio eravamo 360, siamo rimasti in 150». Sul calo degli addetti si è soffermato anche Raffaele Manca del compendio Is Benas: «Noi siamo rimasti solo in nove a lavorare in uno stagno di cento ettari. Potrebbero lavorare almeno altre venti persone, ma i danni provocati dai cormorani non ci permettono di fare previsioni sulle produzioni e quindi, non siamo in grado di garantire nuovi posti di lavoro». Non sono solo i cormorani a rendere difficile la vita nelle lagune. «L’emergenza è data dalla mancata realizzazione di opere idrauliche che attendiamo da almeno trent’anni – ha detto Antonio Loi, presidente del Consorzio Marceddì –. La Regione ha le risorse ma non le utilizza. Nel frattempo a Marceddì si sta realizzando il disastro. Quest’anno, a causa del mancato ricambio dell’acqua a Corru S’Ittiri, siamo passati da un fatturato di 500mila euro per le sole vongole ad appena 20mila. A questo si aggiungano i danni dell’ultima ondata di temporali». I rappresentanti delle organizzazioni di categoria, Mauro Fanni di Unicoop, Mauro Steri di Legacoop e Antonio Cappai di Confcooperative, hanno confermato le denunce dei pescatori e ribadito la necessità di rivedere il sistema dei ristori e l’avvio delle opere idrauliche.