Inps: «Provincia che invecchia, si spopola, con le retribuzioni più basse d’Italia»
La fotografia emerge dal rendiconto sociale 2023 stilato dalla direzione provinciale sul territorio dell’Oristanese che conta 45mila pensionati su 149mila abitanti
Oristano Dallo spopolamento all’invecchiamento della popolazione. Dal calo delle nascite alle retribuzioni, «le più basse rispetto al resto della penisola»: la direzione provinciale dell’Inps ieri mattina 13 novembre ha presentato il rendiconto sociale per la provincia di Oristano per il 2023. Il documento evidenzia, ancora una volta, l’invecchiamento della popolazione e che, a causa dello spopolamento, molti centri rischiano di scomparire. Non solo: il saldo tra nascite e decessi registra un numero maggiore di questi ultimi (più 1600, circa). I numeri, freddi per loro natura, dicono anche che il tasso di occupazione, seppure di poco e soltanto in alcuni settori, turistico e agroalimentare, è positivo; di contro gli inattivi in età lavorativa, aumentano. Il fenomeno dello spopolamento, è stato evidenziato, colpisce in egual misura piccoli e grandi centri: i giovani che partono per formarsi nelle università della penisola, ultimato il percorso di studi difficilmente rientrano nei luoghi di origine. A fronte di una popolazione, circa 149mila unità, 45mila sono quelli che percepiscono una pensione. I report dicono che gli occupati, tra maschi e femmine, sono il 56.2 per cento mentre i disoccupati l’8.4 per cento del totale della popolazione in età lavorativa; gli inattivi, quelli usciti dal mercato del lavoro e non cercano di rientrarvi sono poco meno di 8 mila. Nei settori in crescita, quello turistico, in ripresa dopo il fermo dovuto alla pandemia, fa registrare numeri incoraggianti. Bene anche le produzioni del comparto agroalimentare, i cui prodotti, alcuni dei quali di eccellenza, come riso, olio, vino, bottarga e lattiero caseari, trovano consenso nei mercati interni, nazionali e internazionali.
I dati dicono anche che tra assunzioni e cessazioni il trend è positivo mentre diminuiscono le assunzioni a tempo indeterminato e crescono quelle a tempo determinato. Un dato in linea con quello regionale anche per quanto riguarda le assunzioni dei lavoratori stranieri. Presenti, con il direttore regionale Francesco Ciro Di Bernardo, quello provinciale Pierpaolo Mele e il presidente del comitato provinciale Renzo Contini, il prefetto Salvatore Angieri, il neo commissario della provincia Battista Ghisu, le autorità civili e militari e i referenti delle associazioni di categoria. Il direttore provinciale dell’Inps Pierpaolo Mele: «I dati ci dicono che la popolazione invecchia, che il saldo delle nascite è negativo e che le retribuzioni nell’Oristanese sono mediamente più basse rispetto al resto d’Italia. I segni di ripresa, anche se lievi, si intravvedono: cresce l’occupazione e crescono le entrate ma, il dato sull’inattività, mette in evidenza l’aumento della povertà». Salvatore Angieri, prefetto di Oristano: «Le nostre iniziative sono di prevenzione. In particolare, cerchiamo di favorire in tutti il rispetto delle regole, questo a tutela delle imprese serie e oneste, degli stessi lavoratori e dei loro diritti al fine di prevenire gli infortuni sul lavoro. Le criticità ci sono, ma la provincia ha tante risorse: la sfida è trasformarle in opportunità lavorative». Il direttore regionale dell’Inps, Francesco Ciro Di Bernardo: «I numeri ci dicono esattamente come è la realtà sarda, criticità e necessità di proseguire nel processo di innovazione intrapreso». La pubblica amministrazione è cambiata, occorre pertanto abituarsi a utilizzare le nuove tecnologie a disposizione degli utenti. Tuttavia, per venire incontro alle esigenze di quanti hanno meno dimestichezza con i computer e internet l’Istituto sta organizzando i punti Inps itineranti, finalizzati a portare i servizi anche nei Comuni meno popolati.