Porticciolo di Torregrande, novanta ormeggi a rotazione per evitare la chiusura
L’imminente riqualificazione non costringerà alla serrata totale della struttura: ecco il piano delle Marine Oristanesi
Oristano La Befana non porta le ruspe e gli operai attesi da tempo, ma qualche importante novità nella calza la si trova. Mancano ancora pochi adempimenti affinché partano i lavori di riqualificazione del porticciolo di Torregrande, ma la buona notizia per i diportisti è che la struttura non chiuderà integralmente. Le Marine Oristanesi, società che gestisce lo scalo per imbarcazioni da diporto e da pesca, hanno chiarito che non ci sarà la serrata totale come paventato qualche tempo fa. A fine anno è arrivata la conferma che si potrà utilizzare una sorta di sistema di rotazione. È il presidente del consiglio di amministrazione, Gianni Salis, che il 28 dicembre ha incontrato i proprietari delle barche, a spiegare quale soluzione verrà adottata: «Abbiamo liberato novanta ormeggi non accogliendo nuove richieste e non prorogando i contratti per gli stagionali. Altri proprietari hanno scelto di vendere le barche o di non ormeggiare più a Torregrande, per cui siamo riusciti a creare quel polmone che ci consente di avere spazi a rotazione da utilizzare per le imbarcazioni che saranno, di volta in volta, costrette a spostarsi per lasciar spazio al cantiere».
Questo significa che il principio di procedere per settori separati è ormai una certezza acquisita. Gli unici inconvenienti a cui i diportisti andranno incontro sono quelli legati all’obbligo di dover cambiare postazione, magari anche più di una volta, durante il periodo in cui saranno in corso i lavori. A questi si potranno aggiungere i disagi conseguenti al distacco da qualche servizio ora fornito come la corrente elettrica o l’acqua. Per il resto è tutto uguale al passato e ormai è assodato che non ci sarà una chiusura totale. L’incertezza permane invece ancora sulle modalità con cui i lavori verranno eseguiti e con quale scansione. Non si sa da dove si partirà né quando si partirà. Ecco che si torna a quel che si scriveva all’inizio e cioè alle questioni burocratiche e di prassi richieste dalla procedure. La Capitaneria di porto nell’ultimo incontro ha chiarito che è obbligo, prima di aprire il cantiere, ottenere il parere favorevole del ministero, passaggio che costituisce poco più di una formalità dal momento che, se non ci sono incongruenze, si riduce a una sorta di presa d’atto. Il Comune dovrà quindi avviare il bando per affidare a un tecnico esterno all’amministrazione la direzione dei lavori e anche questo passaggio porterà via qualche settimana. L’assessore Simone Prevete si augura che entro un mese ci sia il primo colpo di piccone, ma, essendo in pista la soluzione per evitare la chiusura e sapendo che le barche non andranno via, l’emergenza è superata.