Primarie: tracollo di Cabras, Zedda sarà candidato a sindaco di Cagliari
Risultato a sorpresa nelle primarie del centrosinistra: il vendoliano Massimo Zedda, 35 anni, ha battuto il vecchio leader del Pd Antonello Cabras con uno scarto di 10 punti
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CAGLIARI. Hanno perso il Pd e Antonello Cabras, ha vinto Massimo Zedda. Le primarie per il candidato a sindaco del centrosinistra hanno fatto registrare un terremoto che avrà effetti per lungo tempo. Il responso delle urne è stato netto: il candidato del partito più importante della coalizione è stato sonoramente bocciato. La serata più nera per il Pd ha cominciato a prendere forma poco dopo le 20, quando, a seggi chiusi sono arrivati i dati dei votanti. Al primo piano della sede di via Emilia i sostenitori di Cabras davano un giudizio negativo sulla bassa partecipazione alle primarie.
«Con poco più di 5000 voti, sarà un testa a testa». Ottimisti nella debacle: i voti alla fine saranno 5629, ma non c’è stata gara: sin dalle prime sezioni il vantaggio di Zedda è rimasto stabile sui 10 punti in percentuale; in nessuna delle quattordici sezioni, tranne una Cabras ha prevalso; in alcune è stato anche doppiato. Per questo motivo i visi dei dirigenti del Pd erano già funerei alle 20 e 30, così come sprizzavano gioia da tutti i pori gli sguardi dei pochi supporters di Sel. Alla fine la festa per Massimo Zedda e i suoi non sarà in via Emilia ma nel circolo intitolato allo scrittore Sergio Atzeni in via Puccini. Nel fortino del Pd rimarranno i pochi dirigenti locali, di big solo i consiglieri regionali Giampaolo Diana e Chicco Porcu e il deputato Paolo Fadda. Da loro pochi commenti a una sconfitta non prevista e tanta delusione, la stessa che traspare dalle parole di Cabras. «Non c’è molto da aggiungere, i numeri si commentano da soli. Questo è quanto ha deciso il popolo del centrosinistra che ha partecipato al voto. Nonostante l’affluenza sia stata inferiore a tutte le primarie precedenti, c’è un esito chiaro. Massimo Zedda sarà il candidato di tutto il centro-sinistra alle prossime elezioni».
Cabras fa parlare i numeri, impietosi con lui e il suo partito. Zedda ha avuto 2588, pari al 46,07 per cento; il suo principale avversario si è fermato a 1914 voti, con il 34,11; Filippo Petrucci, candidato indipendente del Pd ha preso 468 voti con l’8,3 per cento, Giuseppe Andreozzi (Rossomori) è al 6,51% con 388 voti, mentre Tiziana Frongia è al 4,51 con 253 voti. Diplomatico oltre i suoi sentimenti, Massimo Zedda dedica il risultato «all’entusiasmo di tanti, che ci hanno dato una mano e hanno creduto ad una possibile vittoria. La battaglia vera - ha detto ieri notte mentre i suoi compagni festeggiavano per un risultato sperato ma non previsto - deve ancora arrivare. Ringrazio Cabras per una sfida vera, chiara e franca, e so che da oggi mi servirà l’aiuto di tutti, anche suo, per poter dare un futuro migliore a questa città. Sapevo di avere amici e conoscenti in ogni quartiere, ma quando ci siamo accorti che in tanti, da noi non conosciuti, si avvicinavano e chiedevano materiale informativo, ci siamo accorti che qualcosa stava cambiando». Alle 22, a spoglio completato, la telefonata di Nichi Vendola. «Mi ha detto che gli ho regalato una bella giornata. Spero che sia l’alba di un riscatto per una città da decenni in ostaggio di poche famiglie». Zedda, consigliere comunale e regionale, figlio dell’ex segretario cittadino del Pci Paolo Zedda, è stato presidente dell’associazione culturale Sergio Atzeni, nel circolo del cinema Charlie Chaplin, e segretario cittadino della Sinistra Giovanile, coprendo incarichi sia nel Pds che nei Ds.
Adesso dovrà ricomporre i cocci della coalizione, soprattutto del partito che ha sconfitto. La sua vittoria ha diverse chiavi di lettura: sicuramente ha pesato una campagna elettorale quasi inesistente da parte di Cabras: solo i dibattiti canonici e i volantini, presenti ieri nella sede del Pd ma non nelle strade a differenza di quelli del suo avversario. Un profilo basso che secondo le persone vicine a Cabras ha fatto la differenza; forse pensavano che i maggiorenti del partito avrebbero mosso le loro “truppe”, ammesso che ne avessero ancora: evidentemente non lo hanno fatto, si tratta di capire a questo punto se per scelta o per impotenza. Il secondo elemento è la diversa mobilitazione che c’è stata tra i due schieramenti.
Sel ha fatto una vera, tradizionale e sempre efficace campagna elettorale, con decine di militanti che hanno contattato a loro volta altrettanti possibili elettori. I giovani sono stati l’arma in più di Zedda, gli stessi giovani ai quali il Pd da anni in città non riesce più a parlare; candidare Cabras, probabilmente è stato consegnare a chi si è avvicinato da poco alla politica il voto a Zedda. Da non sottovalutare infine i risultati degli altri tre candidati: se Andreozzi (Rossomori) e Frongia (Verdi) hanno sostanzialmente riportato il dato atteso, buona performace per Filippo Petrucci, dottore di ricerca in storia dell’Africa, che con i suoi 490 voti ottenuti da candidato indipendente, ha dimostrato che il malessere dentro al centrosinistra era già presente ancora prima del responso delle urne. Adesso è campagna elettorale, col Pdl che, a questo punto, difficilmente si ingabbierà nelle primarie.
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«Con poco più di 5000 voti, sarà un testa a testa». Ottimisti nella debacle: i voti alla fine saranno 5629, ma non c’è stata gara: sin dalle prime sezioni il vantaggio di Zedda è rimasto stabile sui 10 punti in percentuale; in nessuna delle quattordici sezioni, tranne una Cabras ha prevalso; in alcune è stato anche doppiato. Per questo motivo i visi dei dirigenti del Pd erano già funerei alle 20 e 30, così come sprizzavano gioia da tutti i pori gli sguardi dei pochi supporters di Sel. Alla fine la festa per Massimo Zedda e i suoi non sarà in via Emilia ma nel circolo intitolato allo scrittore Sergio Atzeni in via Puccini. Nel fortino del Pd rimarranno i pochi dirigenti locali, di big solo i consiglieri regionali Giampaolo Diana e Chicco Porcu e il deputato Paolo Fadda. Da loro pochi commenti a una sconfitta non prevista e tanta delusione, la stessa che traspare dalle parole di Cabras. «Non c’è molto da aggiungere, i numeri si commentano da soli. Questo è quanto ha deciso il popolo del centrosinistra che ha partecipato al voto. Nonostante l’affluenza sia stata inferiore a tutte le primarie precedenti, c’è un esito chiaro. Massimo Zedda sarà il candidato di tutto il centro-sinistra alle prossime elezioni».
Cabras fa parlare i numeri, impietosi con lui e il suo partito. Zedda ha avuto 2588, pari al 46,07 per cento; il suo principale avversario si è fermato a 1914 voti, con il 34,11; Filippo Petrucci, candidato indipendente del Pd ha preso 468 voti con l’8,3 per cento, Giuseppe Andreozzi (Rossomori) è al 6,51% con 388 voti, mentre Tiziana Frongia è al 4,51 con 253 voti. Diplomatico oltre i suoi sentimenti, Massimo Zedda dedica il risultato «all’entusiasmo di tanti, che ci hanno dato una mano e hanno creduto ad una possibile vittoria. La battaglia vera - ha detto ieri notte mentre i suoi compagni festeggiavano per un risultato sperato ma non previsto - deve ancora arrivare. Ringrazio Cabras per una sfida vera, chiara e franca, e so che da oggi mi servirà l’aiuto di tutti, anche suo, per poter dare un futuro migliore a questa città. Sapevo di avere amici e conoscenti in ogni quartiere, ma quando ci siamo accorti che in tanti, da noi non conosciuti, si avvicinavano e chiedevano materiale informativo, ci siamo accorti che qualcosa stava cambiando». Alle 22, a spoglio completato, la telefonata di Nichi Vendola. «Mi ha detto che gli ho regalato una bella giornata. Spero che sia l’alba di un riscatto per una città da decenni in ostaggio di poche famiglie». Zedda, consigliere comunale e regionale, figlio dell’ex segretario cittadino del Pci Paolo Zedda, è stato presidente dell’associazione culturale Sergio Atzeni, nel circolo del cinema Charlie Chaplin, e segretario cittadino della Sinistra Giovanile, coprendo incarichi sia nel Pds che nei Ds.
Adesso dovrà ricomporre i cocci della coalizione, soprattutto del partito che ha sconfitto. La sua vittoria ha diverse chiavi di lettura: sicuramente ha pesato una campagna elettorale quasi inesistente da parte di Cabras: solo i dibattiti canonici e i volantini, presenti ieri nella sede del Pd ma non nelle strade a differenza di quelli del suo avversario. Un profilo basso che secondo le persone vicine a Cabras ha fatto la differenza; forse pensavano che i maggiorenti del partito avrebbero mosso le loro “truppe”, ammesso che ne avessero ancora: evidentemente non lo hanno fatto, si tratta di capire a questo punto se per scelta o per impotenza. Il secondo elemento è la diversa mobilitazione che c’è stata tra i due schieramenti.
Sel ha fatto una vera, tradizionale e sempre efficace campagna elettorale, con decine di militanti che hanno contattato a loro volta altrettanti possibili elettori. I giovani sono stati l’arma in più di Zedda, gli stessi giovani ai quali il Pd da anni in città non riesce più a parlare; candidare Cabras, probabilmente è stato consegnare a chi si è avvicinato da poco alla politica il voto a Zedda. Da non sottovalutare infine i risultati degli altri tre candidati: se Andreozzi (Rossomori) e Frongia (Verdi) hanno sostanzialmente riportato il dato atteso, buona performace per Filippo Petrucci, dottore di ricerca in storia dell’Africa, che con i suoi 490 voti ottenuti da candidato indipendente, ha dimostrato che il malessere dentro al centrosinistra era già presente ancora prima del responso delle urne. Adesso è campagna elettorale, col Pdl che, a questo punto, difficilmente si ingabbierà nelle primarie.
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