Inchiesta su sanità e Asl: Sassari finisce nel mirino
Non ha neanche risposto alla commissione d’indagine del Consiglio regionale E finora le altre aziende hanno consegnato solo dati parziali e disomogenei
CAGLIARI. La denuncia è stata forte: «Finora le Asl non hanno collaborato con la commissione d’inchiesta del Consiglio regionale sulla spesa sanitaria». Vero o falso? Vero, la sciabolata di qualche giorno fa del vicecapogruppo del Pd e vicepresidente della commissione, Roberto Deriu, era a ragion veduta. Ci sono Aziende sanitarie, come quella di Sassari, che non si sono neanche degnate di rispondere alla richiesta di dati. Nuoro, Lanusei, Sanluri e l’Azienda mista universitaria di Sassari hanno inviato invece una parte dei documenti solo dopo il secondo sollecito spedito a fine luglio e le più veloci – si fa per dire – sono state in questo caso Oristano e il Sulcis. Altre – l’Azienda mista di Cagliari, l’Asl 8 cagliaritana e il Brotzu sono andate ben oltre la scadenza, era a fine agosto, e solo nella prima settimana di settembre hanno spedito qualcosa della loro contabilità. Anche l’assessorato alla Salute non è stato un campione di celerità nella consegna si è fatto vivo il 21 luglio, cioè una ventina di giorni dopo l’invio della prima richiesta da parte dei commissari.
Il vuoto. Di fatto, in estrema sintesi, nessuna Azienda ha rispettato quello che «non era un invito, ma un obbligo» visto i poteri speciali assegnati dal regolamento del Consiglio alla commissione d’indagine. Nella prossima riunione, convocata domani, stavolta sarà il presidente della commissione – Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori – a impugnare il machete e a dire: «Basta, non metteteci i bastoni fra le ruote. Noi tre mesi fa abbiamo avuto dall’aula il mandato d’indagare e le Asl devono farci aver i dati necessari per far chiarezza sulla spesa sanitaria e farmaceutica. Una spesa che da sola, si sa da tempo, divora 3,5 miliardi l’anno, la metà del bilancio della Regione e continua a crescere nonostante i disperati tentativi, alcuni per la verità riusciti, dell’assessore alla Salute Luigi Arru di tenerla a bada.
Il caos. Dalla prima relazione ufficiosa dei commissari risulterebbe che a parte il «pesante silenzio» dell’Asl di Sassari, le altre Aziende avrebbero comunque inviato dati molto parziali. «La mancata presentazione di tutta o parte della documentazione – scrivono i commissari – è stato motivato dalle Asl dalla mancanza di dati informatizzati, del tempo e delle risorse umane necessarie per la ricerca degli stessi documenti». È la conferma che neanche i computer (dove ci sono) sono sufficienti a rendere presentabili i conti. C’è di peggio: le Asl ora commissariate continuano a essere delle repubbliche autonome in cui ognuno segue un suo modello. Ecco la prova: «Appare comunque molto difficile – scrivono i commissari – il riscontro preciso tra quanto richiesto e quanto fornito, oltre che per la quantità di materiale, per la sua assoluta disomogeneità, anche all’interno dei dati consegnati dalle singole Asl». E ancora: «Alcune risposte appaiono confuse e presentate con superficialità e approssimazione, talvolta non c’è corrispondenza tra quanto indicato nelle note di accompagnamento e quanto fornito in formato cartaceo o digitale». Parlare di caos è persino poco. Per uscire dall’impasse, sarà la stessa commissione del Consiglio a proporre un «immediato incontro di coordinamento» per ottenere «quanto è indispensabile per dare avvio all’indagine».
La giustificazione. L’assessore Luigi Arru ha provato a smorzare i toni dello scontro. «Nessuna volontà di sottrarsi, serve solo più tempo. Ai commissari delle Asl è stato chiesto qualcosa di straordinario, che va ben oltre l’attività quotidiana. È una richiesta legittima, nel rispetto delle prerogative del Consiglio regionale, e non c’è certo la volontà di non rispondere alle richieste della Commissione. Serve più tempo». Solo che l’indagine doveva essere chiusa in sei mesi, mentre ora i tempi saranno molto più lunghi. Con in più questa variabile: la Giunta e il Consiglio presto dovranno discutere il riordino delle Asl e lavorare nel caos renderà ancora più complicata ogni possibile e indispensabile riforma. (ua)