La Base lascia la maggioranza
Il consigliere Gaetano Ledda: traditi gli impegni. Zanchetta Upc: subito confronto
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CAGLIARI. La Base era in bilico da almeno due mesi, ora ha deciso: non farà più parte della maggioranza di centrosinistra. Da oggi in poi il suo consigliere regionale, Gaetano Ledda, è fuori dalla coalizione e l’uscita ha una motivazione forte: «Andiamo via per manifesta inadempienza del presidente Pigliaru e della giunta dell’accordo politico sottoscritto nel 2014. Tra l’altro firmato neanche con lui ma con l’allora candidata Francesca Barracciu». L’addio era nell’aria da quando – presente Efisio Arbau, il fondatore del movimento – Ledda aveva annunciato, in Consiglio l’adesione al Psd’Az, che è all’opposizione, per puntare «presto alla nascita di un polo civico e sardista». Polo che a questo punto comincia a prendere sempre più forma. C’è dell’altro: Pierfranco Zanchetta, capogruppo dell’Upc, ha inviato una lettera al governatore in cui sollecita «un immediato confronto in maggioranza dopo la sconfitta del centrosinistra nelle amministrative di giugno». Insomma nella coalizione, che ha perso negli ultimi mesi il sostegno anche di Rifondazione, Comunisti italiani e Rossomori, continua a non esserci pace. Non c’e aria di crisi – ha detto il governatore – ma la tensione è alta, nonostante sia rientrato o quasi lo strappo con il Partito dei sardi.
L’addio. Il comunicato de La Base è duro: «Sin dall’inizio di questa legislatura, abbiamo più volte censurato pubblicamente alcune azioni, o meglio non decisioni, della giunta». E oggi ecco la conta delle mancanze su sanità, «nel centro Sardegna è stata spazzata via», agricoltura, «è abbandonata a se stessa», trasporti, «sono nel caos». Poi ambiente, Abbanoa e Vertenza entrate: sono state tutte solo delusioni, è il commento. «Da ultimo abbiamo preso atto del fallimento della giunta sulla crisi del prezzo del latte. Prima non ha ascoltato la nostra proposta di un patto con gli allevatori. Poi, costretta dalla piazza, ha proposto al Consiglio, ed è stato approvato, un contributo straordinario che però è ancora bloccato».
Il richiamo. A sollecitare l’urgenza di un vertice post elettorale è stato invece l’Upc-Popolari socialisti. Zanchetta ha scritto: «Il governatore dovrebbe chiamarci tutti a raccolta, per valutare la debacle del centrosinistra alle amministrative. Pare invece che quanto accaduto sia vissuto con indifferenza e superficialità, nella convinzione che le comunali non influenzeranno le prossime elezioni regionali. È un errore. Sulla sconfitta dobbiamo confrontarci e dobbiamo farlo subito in un vertice oggi diventato indispensabile».
L’addio. Il comunicato de La Base è duro: «Sin dall’inizio di questa legislatura, abbiamo più volte censurato pubblicamente alcune azioni, o meglio non decisioni, della giunta». E oggi ecco la conta delle mancanze su sanità, «nel centro Sardegna è stata spazzata via», agricoltura, «è abbandonata a se stessa», trasporti, «sono nel caos». Poi ambiente, Abbanoa e Vertenza entrate: sono state tutte solo delusioni, è il commento. «Da ultimo abbiamo preso atto del fallimento della giunta sulla crisi del prezzo del latte. Prima non ha ascoltato la nostra proposta di un patto con gli allevatori. Poi, costretta dalla piazza, ha proposto al Consiglio, ed è stato approvato, un contributo straordinario che però è ancora bloccato».
Il richiamo. A sollecitare l’urgenza di un vertice post elettorale è stato invece l’Upc-Popolari socialisti. Zanchetta ha scritto: «Il governatore dovrebbe chiamarci tutti a raccolta, per valutare la debacle del centrosinistra alle amministrative. Pare invece che quanto accaduto sia vissuto con indifferenza e superficialità, nella convinzione che le comunali non influenzeranno le prossime elezioni regionali. È un errore. Sulla sconfitta dobbiamo confrontarci e dobbiamo farlo subito in un vertice oggi diventato indispensabile».