La Nuova Sardegna

Un’anziana è deceduta ma per il Comune è viva

di Nadia Cossu
Un’anziana è deceduta ma per il Comune è viva

A un anno dalla scomparsa l’erede non riesce a beneficiare del lascito

4 MINUTI DI LETTURA





CASTELSARDO. «Questo è un mio pensiero per tua figlia». Così l’anziana signora Michelina Marceddu, di Castelsardo, aveva detto a Costanza Delogu mentre le consegnava una busta gialla. Si conoscevano bene perché Costanza, insieme a sua figlia, lavorava in una cartoleria e l’immobile era di proprietà dell’anziana a cui spesso sbrigava commissioni e risolveva piccoli intoppi della vita quotidiana che una persona di quell’età e sola non avrebbe potuto gestire.

Il 13 gennaio la Marceddu muore. Costanza Delogu viene a saperlo dopo un po’, perché nel frattempo si era trasferita a Tergu. A un certo punto, mentre rievoca ricordi di quella signora che si era sempre mostrata tanto buona e gentile con lei e con sua figlia, le torna in mente la busta gialla: «Quando l’abbiamo aperta siamo rimaste senza parole: mia figlia era stata designata erede universale».

Ma dopo oltre un anno le due donne non sono ancora riuscite a beneficiare del lascito. Il motivo? Al Comune di Castelsardo la signora Michelina Marceddu risulta viva. E quindi non possono rilasciare il certificato di morte agli eredi.

Dopo la storia del commerciante sassarese Alberto La Spina – in vita ma deceduto secondo l’Inps – raccontata sulle pagine della Nuova Sardegna, Costanza Delogu chiama in redazione: «Quando abbiamo letto quell’articolo con mia figlia ci siamo dette: “Non siamo sole”».

Non sono sole a combattere contro i tranelli della burocrazia. E raccontano la loro disavventura. «Per otto anni abbiamo lavorato in quel negozio, pagavamo l’affitto e capitava spesso che io aiutassi la signora Marceddu – racconta Costanza – Aveva una badante della Romania ma le davo una mano anche a sbrigare pratiche amministrative. Poi per motivi personali io e mia figlia abbiamo deciso di chiudere l’attività, con la proprietaria dell’immobile siamo rimaste in ottimi rapporti». Madre e figlia si trasferiscono in un altro paese, quando chiudono la cartoleria mettono da parte una marea di scartoffie tra cui la famosa busta gialla.

«Dopo un po’ di tempo sono tornata a Castelsardo e ho pensato di andare a trovare Michelina ma con grande dolore sono venuta a sapere che era morta. Mi hanno raccontato che era partita in Romania con la badante per una vacanza e mentre era lì era deceduta. Era anche stata cremata».

Il trasferimento delle ceneri in Sardegna, attraverso un’agenzia funebre di Sassari, era avvenuto dopo un po’ di giorni. «Vengo a sapere – continua la Delogu – che c’era stata anche la tumulazione nel cimitero di Castelsardo. Torno a Tergu e racconto tutto a mia figlia. Insieme ci ricordiamo del “pensiero” che mi aveva consegnato, apriamo la busta e leggiamo il testamento».

Documento regolare, visionato da un notaio che ne ha certificato la validità attraverso l’avvocato Giovanni Battista Luciano cui le due donne si sono rivolte. «Quello che sta continuando ad accadere, nonostante le Pec inviate dal nostro legale al Comune e le risposte che ho ottenuto dalla Farnesina, ha dell’incredibile. Non solo sostengono che non esista un certificato di morte di Michelina ma aggiungono che non potrebbero darmi nulla perché né io né mia figlia risultiamo sue parenti».

Sorge più di qualche domanda. Come è possibile che venga tumulata una defunta nel cimitero comunale senza che risulti ufficialmente deceduta? «Mi scusi signora – avrebbero detto dalla Farnesina a Costanza Delogu – se l’urna è stata custodita nel camposanto deve per forza aver avuto un nome e un cognome. Altrimenti chi hanno seppellito? Oltretutto non sarebbe potuta uscire dalla Romania senza un certificato di morte».

La risposta dovrebbe essere scontata ma fino a questo momento – e sono passati diversi mesi – nulla è stato risolto. «Ho anche scritto una mail al sindaco di Castelsardo al quale chiedevo aiuto per risolvere pacificamente questa situazione. Purtroppo non ho avuto risposta».

E allora non resterà altro da fare che rivolgersi alla Procura della Repubblica. «La denuncia è pronta, non trovo giusto che un cavillo di questo tipo possa bloccare tutto». Non è soprattutto giusto che una giovane donna cui è stata lasciata un’eredità da una persona che evidentemente le voleva bene, non abbia il diritto – e il piacere – di poter godere di questo dono.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo piano
Grandi eventi

I sindaci di Sassari e Alghero: «Capodanno eccezionale ma ora si deve programmare»

di Giovanni Bua
Le nostre iniziative