CAGLIARI. Tra due anni l’isola potrebbe dire addio al carbone, persino in anticipo sui tempi indicati dal governo. Una ipotesi di scuola, o uno studio di esperti del settore? No. Lo scenario che si avvicina a grandi passi sarà regolato da un contratto che verrà firmato nelle prossime settimane. Un contratto che prevede un dettagliatissimo progetto, un sistema di pagamenti dal sistema tariffario al privato e severe penali in caso di non rispetto dei tempi.
Insomma, in attesa del metano, o forse contro di esso, tra ventiquattro mesi in Sardegna saranno attivi nuovi (e innovativi) sistemi di accumulo di energia pari alla capacità prodotta da una delle due centrali a carbone oggi accese, e funzionanti a manetta in questi mesi, nell’isola. È l’esito dell’asta di Terna per il “mercato delle capacità”: l’isola avrà due parchi di rinnovabili e batterie, uno da 247 megawatt a nord, l’altro da 253 a sud
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