Renato Scanu, dalle radiocronache alla battaglia contro la Sla
Ha seguito per 30 anni il Cagliari e importanti club europei. Quattro anni fa la diagnosi: «Uno choc, combatto per me e per gli altri»
La sua vita si è ristretta a un lettino e a quattro pareti di una stanzetta, al piano terra di una villetta alla periferia di Carbonia. Renato Scanu compirà 60 anni a dicembre, da quattro anni lotta contro la Sla. Una battaglia contro un male terribile, che non lascia scampo. Lui, però, lotta con la forza di un leone indomabile. È riuscito a portare dentro il piccolo ambiente che è ora tutto il suo universo quel mondo che per tanti anni ha visto, seguito, raggiunto a nche a costo di mille sacrifici.
Sì, perché Renato Scanu, agente di commercio di professione, è stato per tanti anni un radiocronista appassionatissimo. Uno che lo sport ce l’ha sempre avuto nel sangue e che per inseguire questa passione ha fatto salti da gigante: dalle radiocronache del Carbonia calcio e della Pallavolo Sant’Antioco sino ai campi più celebrati d’Europa, come Londra, Birmingham, Leverkusen, Berlino, Budapest. E poi il Cagliari, che ha raccontato alla radio per gli appassionati del Sulcis per 30 anni. Ora quel lungo periodo è solo un ricordo ma lui va avanti e da inviato speciale dai terreni di gioco è diventato inviato speciale contro la Sla. Lanciando un’idea: farsi spedire le maglie sportive per poi poter iniziare un’asta benefica: Una maglia per la Sla. Il ricavato sarà devoluto per la ricerca scientifica italiana. «Ho chiesto aiuto ai tanti amici che ho conosciuto negli anni della mia attività di giornalista sportivo – racconta con l’aiuto del sintetizzatore vocale, compagno irrinunciabile per poter comunicare con l’esterno –, siamo arrivati quasi a 180 maglie. A duecento inizieremo l’asta per la raccolta dei fondi. I denari saranno destinati al Centro Nemo di Roma, gli ospedali Besta di Milano e il Centro le Molinette di Torino».
Renato è attivissimo su Facebook. Ogni giorno non manca di commentare gli eventi d’attualità, non solo sportivi, con il Cagliari fra gli argomenti preferiti, o semplicemente di salutare tutti, dare il buongiorno e magari invitare a fare una bella colazione, o un buon pasto. «Dopo l’intervento di tracheotomia – ricorda ancora – le cose sono cambiate ulteriormente. Per me che amavo parecchio la buona tavola, l’alimentazione avviene attraverso la peg. Praticamente viene tutto ridotto a una poltiglia il più possibile liquida, e inserito il tutto direttamente nello stomaco. Sono piacevoli i momenti in cui un dolce o un frutto mi viene fatto assaporare poggiandolo sulle labbra. Bisogna solo stare attenti a non ingoiare nulla. Per me sarebbe pericolosissimo».
Proprio a Facebook Renato ha affidato un pensiero profondo sul suo stato dopo aver avuto dai medici il responso della malattia: sclerosi bilaterale amiotrofica. «Quando ricevi una sentenza del genere , ti passano sicuramente in mente , nel giro di pochi secondi, le immagini della tua vita. La sensazione è quella di una montagna che improvvisamente si sfalda, ti sommerge, senza lasciare una via di scampo. Ci vuole una grande forza interiore, e una grande fede, per combattere e sopravvivere».
Segue, Renato, una sorta di training autogeno. Ma ci vuole davvero una volontà pazzesca per andare avanti. «Cerco di caricarmi da solo – ha scritto ancora – nonostante tanti momenti di sconforto. Cerco di non pensare troppo e di immedesimarmi in un guerriero sardo che è sempre vigile alla difesa del suo territorio».
Sono tante le persone che vanno a trovare Renato Scanu nella sua casa. Ed è sorprendente come si entri subito in sintonia . Lui è felice già di vedere nella sua stanza volti nuovi o persone conosciute. Il suo sorriso tradisce il fatto che è contento. E se deve rispondere sì batte rapidamente le palpebre. Alcuni giorni fa ha ricevuto dalla supertifosa del Cagliari Milena Maria Masala la maglia celebrativa della promozione del Cagliari in serie A: una t-shirt bianca, con la scritta: TorrAus. «Un regalo bellissimo» ha commentato posando per la tradizionale foto di rito che avviene ogni volta che riceve un nuovo cimelio. Poi ha confessato quasi timidamente, dopo qualche minuto di silenzio, con l’aiuto del sintetizzatore vocale: «Questa maglia non la vendo. È troppo bella e mi ricorda la gioia grandissima che ho provato pochi giorni fa quando il Cagliari è tornato in serie A vincendo a Bari con quel gol fantastico di Pavoletti».
Renato vede tutte le partite del Cagliari. Non se ne perde una. «Sapevo con l’arrivo di Ranieri che la squadra sarebbe decollata».
L’ultima felicità giusto due giorni fa, quando grazie al fratello Pierpaolo è stato fatto un abbonamento su Sky per assistere al film di Gigi Riva diretto da Riccardo Milani. «Pellicola emozionante, bellissima».
Il radiocronista continua a commentare tutti gli eventi anche dal suo mondo ristretto. E pensare che tutto era iniziato tanti anni fa quando decise di seguire una gara del Cagliari in serie A, a Pescara. «La società abruzzese non mi fece l’accredito, ma io comprai il biglietto e finii in mezzo ai tifosi di casa. Feci la radiocronaca e vinse il Cagliari 1-0. I tifosi del Pescara non se l’ebbero a male, anzi. Alcuni di loro mi accompagnarono alla stazione e mi regalarono la sciarpa biancoazzurra». Una delle tante avventure dell’inviato speciale che ora lotta con forza contro la Sla.
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