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Il Circolo “Sardegna” mette a confronto Grazia Deledda e Alessandro Manzoni

di Luciano Piras

	Mariano Pelliccia, Salvatore Carta e Gianraimondo Farina
Mariano Pelliccia, Salvatore Carta e Gianraimondo Farina

L’associazione dei sardi di Concorezzo, Vimercate e Monza punta i riflettori anche sulla “sarda rivolutzione” e la “rivoluzione lombarda”

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Monza “Sa sarda rivolutzione” a confronto con la “rivoluzione lombarda”, da un lato; Grazia Deledda e Alessandro Manzoni, dall’altro. Sono i temi affrontati dal Circolo culturale “Sardegna” di Concorezzo, Vimercate e Monza. In prima fila nell’organizzazione di una serie di eventi, tra mostre e convegni celebrativi. Un ricco calendario di appuntamenti chiusi nei giorni scorsi «con grande soddisfazione», sottolinea Salvatore Carta, oristanese, presidente del circolo dei sardi. Il sodalizio che per l’occasione ha chiamato diversi esperti ed estimatori per parlare della scrittrice nuorese Premio Nobel per la letteratura e dell’autore dei “Promessi sposi”. Ad accompagnare le parole, una esposizione itinerante incentrata sul romanzo “Canne al vento”, a 110 anni dalla sua prima pubblicazione. Di Manzoni, invece, ricorrono i 150 anni dalla scomparsa.

A Concorezzo, nella villa Zoia, il Circolo “Sardegna” ha puntato l’attenzione anche sulla “sarda rivolutzione” del 1793-1796, con a capo Giomaria Angioy, esule poi a Parigi, dove morì nel 1808 assistito da Madame Dupont. Angioy fu protagonista della seconda fase dei moti rivoluzionari sardi contro il dominio coloniale e i privilegi feudali, e oltre che politico, fu anche docente universitario, imprenditore, banchiere e giudice della Reale udienza, il supremo organo giurisdizionale del Regno di Sardegna. A illustrarne la figura, è stato Gianraimondo Farina, di Anela, docente all’Università “Cattolica” di Milano e all’Ipsia di Monza. Con lui, anche il segretario del Circolo “Sardegna”, Mariano Pelliccia, di Buggerru.

Da qui, l’accostamento con la “rivoluzione lombarda” del 1848-1859, con un vero e proprio gemellaggio e tanto di escursus storico partito dal 1706, quando il Ducato di Milano fu ereditato dagli austriaci, passando poi per Napoleone Bonaparte… «Nel giugno 1848, durante la prima guerra di indipendenza la grande maggioranza dei lombardi votò a favore di un plebiscito per la fusione con il Regno di Sardegna, vanificato però dalla vittoria austriaca». «Durante la guerra i lombardi si distinsero per i propri sentimenti patriottici. Emblema del 1848 in Lombardia furono le Cinque giornate di Milano e, nel 1849, le Dieci giornate di Brescia».

Messi in piedi con il patrocinio della Regione Sardegna, della Provincia di Monza e Brianza e del Comune di Monza, questi ultimi appuntamenti, chiudono una serie di ben 14 eventi organizzati del Circolo “Sardegna” a Monza e dintorni (con puntate anche a Sassari, Sorso e a bordo della Gnv Allegra Porto Torres-Genova), e che ha coinvolto anche la poetessa di Gadoni e Monza, Ofelia Usai. Presenti il sindaco di Monza Paolo Pilotto e l’assessore Andreina Fumagalli. Straordinaria la presenza della pronipote di Grazia Deledda, Grazia Madesani Deledda, residente a Monza. «Proseguiremo sino a dicembre anche in altri Comuni della Brianza e il 10 dicembre 2023, il giorno dei Nobel – annuncia Salvatore Carta –, con una mostra e un convegno al Liberthub di Monza in omaggio ad Alfred Nobel e a tutti i Premi Nobel, da Grazia Deledda a Dario Fo. Presenteremo anche una proposta al Parlamento per istituire il 10 dicembre la “Giornata dell’arte e della cultura”, per onorare ogni anno i personaggi che con le loro opere hanno dato lustro all'Italia, alla Sardegna, alla Lombardia e a tutte le altre Regioni».

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