Canti, launeddas e ballu tundu: la nave dell’identità arriva a Barcellona
Navigantes, oggi (lunedì 9) la sfilata sulle Ramblas
Inviato a Barcellona L’esercito del folk avanza in ordine sparso tra cabine, sale bar e ponti ben illuminati dal sole. In ogni angolo c’è un coro che canta e un gruppo che ripassa la sua danza. È il preludio della festa. Stavolta il viaggio a bordo della nave Grimaldi non è proprio una traversata qualunque. Da Porto Torres a Barcellona è una progressiva esibizione dei suoni e dei colori del folklore isolano. Oggi è il giorno della grande parata sulle Ramblas, ma intanto, per tutta la giornata di ieri, le 500 persone che hanno fatto rotta sulla Catalogna hanno composto insieme il grande puzzle delle tradizioni che caratterizzano in maniera diversa i 70 Comuni coinvolti all’interno di Navigantes – La nave dell’identità. E cioè il gemellaggio culturale ideato dalla Fondazione Maria Carta con il sostegno della Regione e la partecipazione del Comune di Alghero e della Delegazione del governo catalano in Italia. L’obiettivo è portare un pezzo di Sardegna nel cuore di Barcellona per incontrare la comunità locale, i gruppi folk catalani e anche i sardi emigrati dall’altra parte del mare.
Isola in viaggio È nel dopo pranzo che il viaggio da Porto Torres a Barcellona assume i ritmi e i colori della festa. Pian piano i componenti dei numerosi gruppi folk danno il via alle danze e ai suoni della tradizione. Sul ponte esterno del traghetto Grimaldi si forma così un primo ballu tundu, sulle note di un organetto, davanti ai telefonini spianati degli altri passeggeri. Poi è il momento del concertino della banda Dalerci di Alghero, che con la Catalogna vanta un certo legame. La delegazione, in tutte le sue sfaccettature, è ben organizzata. Impossibile restare a bocca asciutta. Non solo maschere, strumenti musicali e costumi pregiati, i più strutturati si sono imbarcati anche con fiaschi di vino, acquavite e forme di pecorino. Poi l'appuntamento è nel teatro della nave. Anche qui banda, balli, canti, launeddas e organetti. I tamburini e i trombettieri di Oristano portano a bordo i suoni della Sartiglia. Irrompono nella sala con una certa potenza e suonano la sveglia un po’ a tutta la nave. Maria Giovanna Cherchi, testimonial del canto made in Sardegna, inscena un mini concerto e con lei No potho reposare diventa un canto collettivo.
La sfilata La vera festa, in ogni caso, sarà oggi. La giornata prenderà il via di mattina quando l’associazione catalana Adifolk accoglierà la Fondazione Maria Carta, con il suo presidente Leonardo Marras. Nel primo pomeriggio, alle 15.30, la delegazione sarda sarà invece accolta nella sede del ministero della Cultura del governo catalano da alcuni rappresentanti della Generalitat e del consolato. Alle 16 dalla statua di Colombo partirà poi la parata con i costumi e i gruppi di tutte le aree dell’isola. Ci saranno, tra i tanti, i Mamuthones e Issohadores della Pro loco di Mamoiada, poi i canti a tenore di Bitti (Remundu ‘e locu), di Oliena (Su Populu sardu) e di Orgosolo (Murales). La delegazione isolana sarà accolta dai gruppi folk catalani e anche dai rappresentanti del Circolo dei sardi di Barcellona. A partire alla volta di Barcellona anche alcuni assessori regionali, come Carlo Doria e Antonio Moro, il rettore dell’università di Sassari Gavino Mariotti e il sindaco di Alghero Mario Conoci.