Sassari Da pochi mesi alla guida dell’assessorato regionale alla Cultura e Istruzione, Ilaria Portas dovrà gestire un crollo delle iscrizioni senza precedenti. L’esponente della giunta Todde annuncia che saranno prese decisioni importanti sulla scuola, a partire dalla valorizzazione delle specificità dell’isola.
Assessora, i dati sulle preiscrizioni a scuola confermano il trend: -5419 iscritti. Il segno meno riguarda in particolare le iscrizioni alla scuola primaria e rispecchia il dato sulla denatalità in Sardegna, maglia nera d’Italia. La Sardegna diventerà una terra senza bambini?
«La denatalità è un fenomeno che attraversa tutta l'Europa, l'Italia è coinvolta e in Sardegna si percepisce in maniera particolare. Per contrastare lo spopolamento è necessario mettere in campo politiche integrate che riguardano il lavoro, la sanità, i trasporti e tutto ciò che può agevolare le donne nella conciliazione lavoro-famiglia».
Lei da poco ricopre il ruolo di assessora regionale all’Istruzione, quali ritiene siano le priorità da affrontare?
«Le priorità sono il contrasto alla dispersione scolastica, il potenziamento dei mezzi pubblici, investimenti sull'edilizia e attività extracurricolari pomeridiane, affinché la scuola diventi anche un punto di riferimento e di incontro per le ragazze e i ragazzi».
Negli ultimi anni la Regione ha usufruito di una deroga dei parametri ministeriali e questo ha evitato la chiusura di piccoli presìdi scolastici nonostante la penuria di iscritti. È giusto continuare su questa strada?
«È giusto individuare soluzioni rispondenti alla caratteristiche socio economiche e olografiche dell'isola».
In molti casi per mantenere in vita un istituto scolastico, soprattutto nei centri più piccoli, si ricorre alle pluriclassi. È una scelta giusta o va a discapito della formazione?
«Dove possibile le pluriclassi dovrebbero essere evitate a favore di percorsi formativi che permettano agli alunni e alle alunne di confrontarsi tra pari. Tuttavia, a dispetto di quanto si pensi, esistono esperienze molto positive di pluriclassi con risultati proficui in cui l'interrelazione e il confronto tra le diverse età di apprendimento diventa una ricchezza e non uno svantaggio».
Dimensionamento scolastico, il Governo un anno fa ha imposto la riduzione delle autonomie anche nell’isola. La Regione Sardegna si è adeguata. Secondo lei poteva opporsi e quali sono le conseguenze concrete del piano di dimensionamento?
«La Regione deve confrontarsi con il Ministero e le parti sociali per individuare i percorsi formativi più adatti agli studenti di ogni ordine e grado».
Legge sarda sulla scuola: se ne sente parlare da tempo ma è rimasta sulla carta. Quali potrebbero essere i vantaggi?
«La legge sarda sulla scuola è un obiettivo di legislatura al quale arriveremo con un percorso che include i sindacati, il mondo dell'istruzione e lo Stato. Il vantaggio sarà quello di avere per la Sardegna un vestito su misura che tenga conto delle sue specificità».
Dispersione scolastica: il dato in Sardegna continua a essere alto. Molti studenti abbandonano prima di conseguire il diploma. Secondo lei da che cosa dipende il fenomeno e come si può limitare?
«Occorre migliorare l'orientamento scolastico per favorire scelte consapevoli, rafforzare le competenze di base e trasversali attraverso percorsi extracurricolari, garantire spazi scolastici innovativi che favoriscano la didattica. E poi, istituire l'Osservatorio scolastico e agire in base al monitoraggio con azioni mirate».
In queste settimane si stanno svolgendo le prove finali del concorso docenti. Gli insegnanti sardi devono viaggiare nella Penisola con conseguenti disagi e notevole esborso economico. Come si può ovviare a questa situazione?
«Qualora non fosse possibile svolgere le prove per gli aspiranti docenti in Sardegna, sarebbe opportuno che il Ministero individuasse sedi idonee collegate con continuità territoriale. Sul tema l'assessorato sta chiedendo un incontro specifico con il Ministero».
Lingua sarda, giusto introdurne l’insegnamento?
«Io sono bilingue e la diffusione della lingua sarda e delle lingue minoritarie è una priorità. Attraverso la legge 22/2018 incentiveremo l'uso e l'insegnamento nelle scuole».
Le iscrizioni alle Università sono in calo, da cosa dipende?
«Anche in questo caso occorre rafforzare l'orientamento in uscita dalle scuole superiori e delle competenze durante il triennio. Ritengo indispensabile lavorare all'Università diffusa soprattutto per agevolare le zone più periferiche».
Il ministro Giuseppe Valditara ritiene che studiare i dinosauri in terza elementare sia una perdita di tempo. Che ne pensa?
«Mi piacerebbe che il programma ministeriale fosse integrato con l'inserimento dello studio della Storia della cultura della Sardegna». (si. sa.)