La Nuova Sardegna

Il racconto

La negoziante Gisella Carta: «Per resistere dopo 60 anni servono coraggio, sacrifici e passione per il lavoro»

di Serena Lullia
La negoziante Gisella Carta: «Per resistere dopo 60 anni servono coraggio, sacrifici e passione per il lavoro»

I saldi visti dalla proprietaria di una storica boutique nel cuore di Nuoro

05 luglio 2024
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Sassari La sua boutique nel cuore di Nuoro è un inno al commercio secondo tradizione. Dove il cliente viene seguito, coccolato e rassicurato davanti allo specchio a volte crudele. Dove può “sentire” i tessuti e vedere come scivolano sulla pelle. Eppure anche per Gisella Carta, alla guida della boutique Sanna, da 60 anni pilastro delle vendita di abbigliamento, i saldi sono uno strumento “analogico” per fare affari. «Una volta erano una certezza di guadagno, avevamo persino i “clienti dei saldi” – racconta –. Li aspettavano per poter acquistare quel capo ribassato che durante l’anno non potevano permettersi. Ora affrontiamo i saldi sperando vadano bene». Il mondo del commercio è evidentemente cambiato. Reso più competitivo dalla concorrenza della grande distribuzione, dall’e-commerce, dai capi low cost dalle dubbie politiche ambientali e sindacali. «Una azienda che fa lavoro programmato come la nostra e che, a differenza dei franchising, non ha la facoltà di reso, paga i capi anche se non li vende – spiega Gisella –. Se poi ci si mettono anche le condizioni meteo, i saldi si rivelano davvero un flop. Sarebbe più opportuno spostarli alla fine di luglio, se non dopo Ferragosto. Spesso ci vediamo costretti a “inseguire” le politiche di vendita di altri tipi di attività per incentivare gli acquisti. Negozi come il nostro avrebbero bisogno di fare ad esempio vendite straordinarie. I saldi come sono concepiti oggi non servono praticamente granché, a volte ci penalizzano». Se per esempio l’estate arriva tardi, come ad esempio quest’anno, è evidente che fino a oggi non ci sarà stata la ressa per comprare capi di abbigliamento freschi.

Nella politica di Gisella la svendita oltre il 50% non è contemplata. «Una percentuale così la applichiamo solo su collezioni vecchie o in esaurimento – aggiunge –. Già con il 30 per cento di ribasso si riesce a coprire le spese. Con il 50%, almeno per quanto riguarda il nostro tipo di attività, è uno scambio di soldi. Non solo non si guadagna ma non ci si rifà nemmeno delle spese». Come faccia allora una attività di vendita tradizionale a non affogare nel mare dei cambiamenti. «In 60 anni immaginate quanti clienti sono entrati – sottolinea la negoziante –. Molti sono fidelizzati e ci scelgono da decenni. Ragazze che sono entrate la prima volta che avevano 18 anni e oggi vanno per i 70». Nessuna formula magica per resistere, ma una perfetta alchimia di altri tempi. Fatta di coraggio, passione e sacrificio. «Tentata dall’e-commerce? Assolutamente no – conclude –. Come prima cosa ho 70 anni e la commerciante la so fare solo in questo modo. Seconda cosa. Mia zia, fondatrice di questo negozio e scomparsa tre anni fa, non ha mai ceduto nemmeno alla proposta di aprire un punto vendita nella grande distribuzione. In 60 anni abbiamo vissuto ovviamente momenti difficili, ma abbiano scelto di rimanere fedeli a noi stesse. E così sarà fino a quando resteremo aperti». 

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