La Nuova Sardegna

Il primo bilancio

La Sardegna in fiamme, in quattro mesi bruciati 8mila ettari

di Luigi Soriga
La Sardegna in fiamme, in quattro mesi bruciati 8mila ettari

Solo nell’ultima settimana sono divampati 163 incendi. L’assessora Laconi: «2800 uomini combattono ogni giorno»

03 agosto 2024
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Sassari Da gennaio a oggi in Sardegna sono andati in fumo oltre 8mila ettari. Di questi 2035 sono di bosco, e ci vorranno più di 10 anni per rigenerarli. 285 invece sono di pascoli, e le aziende sanno bene cosa significhi avere terre avare di erba per il bestiame per anni. Invece i restanti 5770 ettari distrutti sono terreni incolti, canneti, sterpaglie, cioè il territorio più trascurato e vulnerabile, dove le fiamme corrono velocissime.

La macchina antincendio della Regione sta facendo ogni sforzo per arginare i roghi, e sta reggendo bene, ma ancora ha davanti il mese più rovente, cioè agosto.

«Per adesso la diffusione degli incendi è in costante crescita – spiega l’assessora alla difesa dell’Ambiente Rosanna Laconi – i numeri parlano molto chiaro: ad aprile 88 roghi e 282 ettari bruciati, 200 dei quali solo nel rogo di Sarroch. A maggio gli incendi salgono a 179 con 226 ettari in fumo. A giugno 455 incendi e gli ettari distrutti aumentano a 2054. E infine luglio, con 548 roghi e 5526 ettari devastati». Purtroppo anche agosto non promette nulla di buono, perché la settimana che va dal 25 luglio al 2 agosto ha registrato da sola 163 incendi. Il trend di luglio sembra rispecchiare quello del 2023, con 581 roghi, ma per fortuna quest’anno siamo ben al di sotto del disastro ambientale del 2012, nel quale a luglio erano divampati 806 incendi con 21mila ettari bruciati.

Le forze schierate dalla Regione per arginare questa piaga sono più performanti rispetto all’anno scorso. Per quando riguarda le squadre di terra si mobilitano 2800 uomini, dei quali 770 di Forestas, 460 del Corpo Forestale, 500 vigili del fuoco, 800 volontari e 270 barracelli.

Con loro si muovono 241 autobotti, 833 pick-up, e per quanto riguarda la flotta in cielo intervengono 9 elicotteri regionali tra i quali i super puma di Sorgono e Bosa con una portata di 1400 litri che hanno la possibilità di trasportare a bordo anche gli uomini e lasciarli in prossimità degli incendi.

Da Olbia invece decollano 3 canadair, e altri due mezzi, uno dell’aeronautica e uno dell’esercito sono pronti a interveniere rispettivamente dalla base di Decimo Mannu e di Elmas. Infine c’è l’elicottero dei vigili del fuoco operativo dalla base di Sassari. «Il potenziamento della flotta aerea – spiega l’assessora Laconi – è stato determinante perché gli incendi si sviluppano spesso nelle zone impervie, talvolta inaccessibili ai mezzi di terra. Ecco perché i super-puma sono, con la loro capienza, fanno la differenza».

Un aspetto allarmante riguarda la natura degli incendi: «Dai rilievi risulta che l’80 per cento dei roghi è di natura dolosa o colposa. Io sarei favorevole a un drastico inasprimento delle pene, perché appiccare il fuoco a mio parere equivale a un atto terroristico. Distruggi non solo un patrimonio ambientale, ma anche la storia e la cultura di un territorio, e metti in ginocchio un’intera comunità. Uccidi gli animali, metti a rischio la vita degli abitanti delle zone colpite, ma metti in pericolo l’incolumità anche di tutti i soccorritori. È un atto irresponsabile e criminale, che meriterebbe conseguenze penali ben più severe». I cambiamenti climatici richiedono uno sforzo ancora maggiore sul fronte della difesa ambientale. Con l’innalzamento delle temperature lo scenario può solo peggiorare: «più siccità, aumento il rischio di incendi, bruciano i boschi, piove ancora di meno, la terra si fa ancora più arida, gli incendi sono più aggressivi. È una spirale negativa che va disinnescata al più presto».

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