La Nuova Sardegna

Sanità

L’allarme dei rettori sardi: «Dateci risorse, aule e docenti»

di Luigi Soriga
L’allarme dei rettori sardi: «Dateci risorse, aule e docenti»

Mariotti: «Mi auguro che non ci siano tagli, l’Aou di Sassari è già penalizzata». Mola: «Verrà eliminato il numero chiuso e Medicina di Cagliari non è attrezzata»

17 ottobre 2024
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Sassari Da una parte il Governo, che annuncia 2.366 milioni di euro in più per la sanità. Dall’altra i medici, che invece gridano allo scandalo, per una manovra deludente che garantirebbe per il 2025 appena 900 milioni, ovvero delle briciole rispetto al fabbisogno. E ancora un rapporto tra risorse erogate rispetto al Pil più basso degli anni precedenti, segno che la Sanità non sia esattamente in cima nella scala delle priorità. Nel limbo di questa incertezze ci sono coloro che con i soldi dovranno gestire la salute dei cittadini, ovvero i rettori delle Università e i direttori delle Asl. E proprio i rettori sono molto preoccupati sul futuro delle facoltà di medicina e sull’efficienza assistenziale delle varie Aou.

L’eliminazione del numero chiuso a Medicina dovrebbe per forza conciliarsi con un aumento dei fondi, ma questo è tutt’altro che scontato. Il rettore dell’Università di Sassari Gavino Mariotti è in attesa che si faccia chiarezza: «È importante capire se i tagli colpiranno davvero la sanità e se sì dove andranno a impattare. Se non ci saranno i soldi per pagare adeguatamente i medici, ha poco senso togliere il numero chiuso alla Facoltà, perché avremo comunque pochi candidati per coprire le carenze mediche più strategiche. Ci sarebbe bisogno di potenziare la Facoltà di medicina, e per tutto questo occorrono risorse adeguate. Sassari si trova in una posizione di svantaggio rispetto a Cagliari sulla ripartizione dei budget, e mi riferisco anche ai soldi destinati alle strutture private convenzionate, per le quali Cagliari prende 80 e Sassari percepisce 20. Una sperequazione che incide in maniera fortissima nelle prestazioni erogate e nelle liste di attesa. Se al gap regionale si dovessero aggiungere anche dei tagli a livello nazionale, allora la situazione per la nostra sanità diventerebbe davvero complicata».

Stesso stato d’animo per il rettore dell’Ateneo cagliaritano, Francesco Mola: «Non abbiamo aule e docenti necessari per affrontare l'eliminazione del numero chiuso nei corsi di medicina – dice – Sono innamorato della nostra Costituzione. Esiste il Parlamento con una maggioranza e un'opposizione che noi votiamo ed è corretto che le scelte e le valutazioni vengano fatte a quei livelli. Però ci sono da valutare alcuni aspetti organizzativi».

Mola non vuole entrare nel merito della decisione politica, ma si sofferma sugli aspetti pratici. «Il faro generale è che noi vogliamo che per la sanità ci sia sempre il massimo della qualità e facciamo di tutto perché le risorse investite servano a dare risposta ai cittadini: il risultato finale è la salute dei cittadini, dei contribuenti. La mia preoccupazione è di tipo organizzativo e ci sarà da fare un ragionamento col Ministero. Non abbiamo aule sufficienti in quasi tutti gli atenei e lo stesso vale per i docenti perché bisogna mantenere il rapporto numerico docente-studente. Anche se si parla del primo anno del corso di studi in prospettiva noi ragioniamo su posti letto e tirocini: son tutti parametri che teniamo in considerazione già dal principio».

La prospettiva di un semestre aperto a tutte le matricole può avere degli effetti collaterali, secondo il rettore UniCa. «Non dobbiamo creare abbandono universitario. Si eviti di portare gli studenti fuori corso: chi non esce vincente dopo questi sei mesi, come lo accetta? - si chiede Francesco Mola -. Sarà disponibile a proseguire gli studi in altri settori? Molti potrebbero rinunciare a iscriversi in facoltà lontane da Medicina». Il rettore di Cagliari fa presente un altro aspetto, di natura economica. «Qualsiasi riforma ha bisogno di risorse, altrimenti si generano mostri - conclude Mola - Sulla medicina il nostro Paese deve fare un ragionamento specifico: la salute dei cittadini è una questione che riguarda tutti. Domani la Crui valuterà e deciderà se intervenire in questa fase. Di certo non bisogna nascondersi, ma guardare in faccia la realtà». 

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