La Nuova Sardegna

Ecco i sindaci anti spopolamento «Ora ci aiutiamo da soli»

di Claudio Zoccheddu

	I sindaci di Monteleone Roccadoria, Illorai e Nughedu San Nicolò
I sindaci di Monteleone Roccadoria, Illorai e Nughedu San Nicolò

Da Monteleone Roccadoria a Nughedu San Nicolò fino a Illorai: si punta su ambiente, cultura, servizi e sui segreti della “vita lenta”

20 ottobre 2024
3 MINUTI DI LETTURA





Sassari La costante è la stessa per tutti, o quasi: la tendenza è negativa. Ovvero, i paesi a rischio, o quelli ormai palesemente spopolati, continuano a perdere abitanti. Certo, le buone notizie non mancano, come la nascita di una bimba che dopo 57 anni di vuoto ha permesso di aggiungere un nuovo nato agli elenchi dell’ufficio anagrafe del Comune di Semestene. Piccole gioie che non cambiano la sostanza. Eppure, proprio i Comuni spesso sono gli unici presìdi anti spopolamento. Ed è dagli uffici municipali che arrivano le idee più fresche.

I sindaci Giovannina Fresi, sindaca di Monteleone Roccadoria, non ha alcuna intenzione di arrendersi: «L’ultima nascita? Tre anni fa. Oggi siamo 117 ma i nostri residenti sono cresciuti negli ultimi anni». I numeri non sono da capogiro, si parla di qualche unità, ma il segnale è comunque positivo. Per il resto ci pensa l’entusiasmo: «Non ci vogliamo rassegnare ad ascoltare le solite storie sullo spopolamento. Sappiamo di cosa si parla e preferiamo affrontare il tema con le nostre idee. Per questo parliamo di energia, quella creativa e quella sportiva. E poi valorizziamo ciò che abbiamo, il nostro patrimonio ambientale quello culturale e archeologico». Meglio fare affidamento sulle proprie forze, insomma: «Mettiamola così, i contributi che arrivano dalla Regione sono sicuramente utili ma non fanno la differenza. Ciò che invece funziona è la disponibilità di servizi, la riqualificazione urbana. Ecco, parliamo di questo, non dello spopolamento».

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:site:1.100603980:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/image/contentid/policy:1.100603980:1729458522/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=a952e14]]

Se invece la discriminante fosse l’entusiasmo, a Illorai avrebbero già risolto tutti i problemi. L’esempio è il sindaco, Gianluca Grande: «È vero, oggi siamo 763 e stiamo diminuendo. Con una decina di decessi all’anno, qualche nuovo residente e 4 nuovi nati all’anno, è evidente che il trend sia negativo. Noi, però, non ci arrendiamo». Il primo passo è un progetto turistico: «Ne riparliamo nei prossimi giorni, quando sarà completato. Adesso possiamo dire che cercheremo di proporre un sistema che trasformi i turisti in cittadini, nel senso che i visitatori vivranno come vivono gli illoraesi». Intanto, la ricetta è chiara: «Dobbiamo cambiare l’assioma e far sì che sia qualcosa di nostro a generare interesse: lo possono fare le filiere corte, le tradizioni, i prodotti. Ci stiamo provando, ad esempio abbiamo iscritto il fagiolo di Illorai al registro delle biodiversità. E poi la sopravvivenza è data dal fatto che i cittadini si impegnano a lavorare su ciò che abbiamo, senza pensare a chi ci potrà o ci potrebbe salvare. Dobbiamo offrire qualcosa che il trend non offre e quando la tendenza si invertirà, perché accadrà, e le persone in fuga dalle città sceglieranno di ritornare nei paesi, dovremo farci trovare pronti».

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:site:1.100603981:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/image/contentid/policy:1.100603981:1729458523/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=a952e14]]

A Nughedu San Nicolò, invece, sembrano già pronti: «Ci stiamo lavorando da quando abbiamo scoperto di essere nella black list dei paesi a rischio spopolamento», spiega il sindaco, Michele Carboni. E dal 2016 a oggi, l’elenco dei cambiamenti è stato aggiornato più volte, tanto che è stato possibile contrarre e azzerare il deficit demografico: «Partiamo dall’assistenza alle fasce più deboli, gli anziani, con l’assistenza domiciliare, ma soprattutto con la struttura socio assistenziale che siamo riusciti ad aprire e che garantisce servizi infermieristici, la distribuzione dei pasti caldi ma anche sbocchi occupazionali perché siamo un paese a “disoccupazione zero”. Ora abbiamo ricevuto i fondi per completare la struttura che avrà 60 posti letto e garantirà 45 posti di lavoro. E se i nostri cittadini sono tutti occupati, vuol dire che qualcuno verrà da fuori. Per questo adesso puntiamo su un piccolo asilo nido, complementare a quello di Ozieri, che possa garantire un servizio indispensabile per le giovani coppie», conclude Michele Carboni.


 

Primo piano

Ecco i sindaci anti spopolamento «Ora ci aiutiamo da soli»

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative