Nel Parco nazionale dell’Asinara curate e rilasciate 150 tartarughe: avvistati delfini, squali, balene e orche
I numeri di quindici anni di attività del centro Crama per il recupero degli animali marini. Le principali cause di ferimento delle Caretta caretta sono da ricollegare all’attività dell’uomo: pesca, inquinamento e imbarcazioni
Sassari Centocinquanta tartarughe marine salvate, curate e rilasciate in mare, decine di avvistamenti di balenottere, orche, squali, delfini. Sono alcuni dei numeri dell'attività dell’associazione Crama, che dal 2009 gestisce il Centro per il recupero delle tartarughe marine, operativo sull’isola dell'Asinara già dal 2006. L'ultimo rilascio di una Caretta caretta curata nel centro risale a mercoledì scorso. Un esemplare di oltre 30 anni, di 39 chili di peso, con una pinna amputata per colpa delle lenze di un palamito, e ribattezzata Marina Valeria, dopo oltre cinque mesi di cure ha finalmente ritrovato la libertà. Sulla spiaggia della Pelosa, il 6 novembre, oltre alle tre socie di Crama, Laura Pireddu, Valeria Sanna e Michela Zappata, c’erano gli studenti della Primaria di Stintino, il Corpo forestale, i barracelli.
«Il Crama rappresenta un esempio concreto di impegno per l’ambiente marino e di come la cooperazione tra ricerca scientifica e sensibilizzazione pubblica possa fare la differenza nella conservazione delle specie in pericolo – spiega Laura Pireddu – . I motivi per cui molte Caretta caretta si trovano ad avere bisogno di cure sono legati quasi esclusivamente all’attività umana: il 44% delle tartarughe è stato ferito dalla pesca (ami ingeriti, lenze o reti attorcigliate agli arti)e il 41% dall’inquinamento da plastica: le buste spesso vengono ingerite accidentalmente perché scambiate per meduse. Gli incidenti nautici rappresentano un altro 7%, mentre solo l’8% delle tartarughe soccorse ha sofferto a causa di eventi naturali.
La storia Nel 2004 il Parco Nazionale dell’Asinara, attraverso il progetto Life Natura Tartanet ha iniziato ad occuparsi della conservazione della fauna marina con particolare riguardo alle tartarughe marine. Nel 2006 nasce sull’isola dell’Asinara con sede a Fornelli, un Centro per il Recupero delle tartarughe marine, uno dei 5 Centri sorti nel territorio nazionale. Nel luglio 2009 tre giovani soci aventi una formazione tecnico scientifica hanno costituito l’associazione Crama (Centro Recupero Animali Marini Asinara). Dal 2012 opera nell’Osservatorio del mare presso la località di Cala Reale. L'area di competenza è il Nord Sardegna e si estende dalla località di Porto Ferro a quella di Badesi. Il centro del Parco Nazionale dell’Asinara, nodo della Rete Regionale per la conservazione della fauna marina, collabora inoltre con i centri di primo soccorso dell’Amp di Capo Caccia e il Parco Nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena. L'Osservatorio, allestito presso la Casa dei Fanalisti, comprende una sala veterinaria e vasche modulari per la riabilitazione degli animali, oltre a strutture per la ricerca scientifica.
Non solo tartarughe Il Crama non si occupa solo di tartarughe, ma è impegnato nel monitoraggio e nella tutela di varie specie marine, ma anche cetacei e altre creature del Mediterraneo. Negli ultimi anni, gli operatori hanno avvistato specie come le orche (Orcinus orca), balenottere comuni (Balaenoptera physalus), squali elefante (Cetorhinus maximus), delfini comuni (Delphinus delphis), stenelle (Stenella coeruleoalba) e pesci luna (Mola mola). Il lavoro del centro comprende anche il recupero e la riabilitazione degli animali spiaggiati. Il 5 novembre scorso, per esempio, un esemplare adulto di squalo mako (Isurus oxyrinchus) è stato trovato sulla spiaggia di Punta d’Elice (tra Pazzona ed Ezzi Mannu) a Stintino. «Questi incontri rafforzano il lavoro di sensibilizzazione e studio della biodiversità marina, che il Crama svolge con attenzione costante», aggiunge Laura Pireddu.
Monitoraggio satellitare Dal 2010, alcune tartarughe rilasciate sono state dotate di tag satellitari, permettendo di seguire i loro spostamenti. Un caso recente riguarda una Caretta caretta con un arto mancante, rilasciata nel 2023 e tracciata fino alle coste tunisine. Questi dispositivi forniscono preziose informazioni sul comportamento migratorio delle tartarughe e sulle sfide che affrontano nei loro viaggi.
Sensibilizzazione Il centro Crama è impegnato in attività di sensibilizzazione attraverso mostre e visite guidate. Uno degli elementi più significativi è lo scheletro di una balenottera ricostruito nel 2023 presso l’Isola dell’Asinara, un percorso educativo che mostra la biologia dei cetacei e i pericoli per la loro sopravvivenza. Con l’aiuto di volontari e studenti, il centro diffonde consapevolezza sull’importanza della conservazione.
Lo staff Lo staff dell’associazione Crama lavora in convenzione con il Parco Nazionale che coordina tutte le attività di gestione del centro direttamente attraverso il direttore Vittorio Gazale e il responsabile del servizio Aldo Zanello. Lo Staff di Crama è tutto al femminile e costituito da tre socie: Laura Pireddu, Tecnico Faunista, laureata in Gestione Ambiente e Territorio marino all’Università degli Studi di Sassari e con Dottorato di Ricerca in Architettura e Ambiente, socia fondatrice e responsabile del centro. Valeria Sanna: Biologa marina, laureata in Biologia marina presso l’Università di Pisa, collabora dal 2021 con l’Associazione e diventa socia nel 2024. Michela Zappata, Naturalista, laureata in Scienze dei Sistemi Naturali presso l’Università degli Studi di Torino con la tesi sullo studio della popolazione del tursiope nell’Amp dell’Asinara, collabora dal 2021 con l’Associazione e diventa socia nel 2024. Durante la stagione estiva lo staff viene supportato nelle attività del centro dai numerosi volontari che ogni anno partecipano ai campi di volontariato per aiutare con particolare attenzione alla sensibilizzazione nei confronti dei visitatori. Importante anche la presenza degli studenti universitari che scelgono il Parco e l’Associazione Crama per lo svolgimento del tirocinio di laurea con conseguente supporto nella stesura della tesi.
Le attività Il centro si occupa di diverse attività legate sia alla conservazione sia alla sensibilizzazione e ha come obiettivo principale la cura, riabilitazione e rilascio in mare di esemplari di Caretta caretta. Inoltre, si occupa di educazione e sensibilizzazione ambientale rivolta alle scuole, visitatori, operatori e pescatori, al monitoraggio cetacei nell’Area Marina Protetta, con particolare interesse alla specie tursiope (Tursiops truncatus) e all’intervento nel caso di spiaggiamenti per il rilevamento dei dati biometrici di tartarughe marine, cetacei, squali e razze, nell’area di competenza. Tutte le attività vengono divulgate grazie a progetti mirati al coinvolgimento del pubblico, in particolare vi è una mostra interattiva all’interno della struttura che permette di conoscere le specie presenti nell’Area Marina e nel Santuario Pelagos, le attività di monitoraggio e la foto-identificazione.
Insieme all’Ente Parco, l’Associazione Crama si occupa anche di ricerca scientifica e produzione di pubblicazioni scientifiche, in collaborazione con enti pubblici e privati e le università e partecipa a convegni e workshop di formazione sul territorio nazionale e internazionale. In particolare, nell’ultimo anno, ha presenziato al workshop per lo studio della Foca Monaca, alla 35esima Conferenza Europea sui Cetacei a Catania, portando un caso studio dell’Asinara e a corsi di aggiornamento della rete Regionale su ecologia, recupero e nidificazione della Caretta caretta.
La balena Di particolare interesse nell’ambito delle attività mirate a progetti di educazione ambientale, è l’esposizione di uno scheletro di Balaenoptera physalus. Lo scheletro dell’esemplare, che era stato rinvenuto in avanzato stato di decomposizione presso la località della Marina di Sorso nel 2017, in collaborazione con l’Università di Sassari, è stato trasportato e ricostruito presso una struttura dell’Isola dell’Asinara. Inaugurato nel giugno 2023, il percorso espositivo dal nome “Il viaggio di una balenottera verso l’Asinara”, grazie alla ricostruzione naturale dello spiaggiamento e ai pannelli illustrativi dedicati alla biologia, all’habitat e ai pericoli per la conservazione delle specie di cetacei, offre un ulteriore importante possibilità di coinvolgimento del pubblico e di sensibilizzazione ambientale. Una copia della mostra è stata allestita ed è visibile anche presso l’aeroporto di Alghero. Le attività del centro vengono spesso raccontate e divulgate anche da trasmissioni a tema naturalistico, nazionali ed internazionali.