La Nuova Sardegna

Il cso

La centenaria è zia della sindaca e lo scoprono entrambe alla festa

di Mario Bonu
La centenaria è zia della sindaca e lo scoprono entrambe alla festa

Antonietta Carboni ora vive in Piemonte ma è originaria di Cossoine

3 MINUTI DI LETTURA





Cossoine Ai tempi della Raffaella nazionale sarebbe stata una carrambata, di quelle più riuscite. Oggi è una storia sorprendente, ai limiti dell’inverosimile: l’incontro fra una zia, nel giorno del suo centesimo compleanno, e una nipote di cui in tutto questo tempo aveva ignorato l’esistenza. Con la particolarità che quella nipote è la sindaca del suo paese di origine, e che era giunta da lei nella veste istituzionale per portarle gli auguri per i cento anni, ignorando anch’essa di trovarsi di fronte ad una zia.

Le protagoniste sono: Antonietta Carboni, originaria di Cossoine, che nei giorni scorsi ha compiuto cento anni, e che vive a Terzo, un paesino in provincia di Alessandria, con una delle figlie, e Sabrina Sassu, sindaca di Cossoine. In mezzo c’è una vicenda che narra di una figlia illegittima, abbandonata da entrambi i genitori, allevata dalla nonna, che trova la forza per riscattarsi, lavora, si sposa, ha cinque figli, ed ora, a cento anni, insieme agli stessi figli, con ammirevole serenità, decide di raccontare la sua storia. «Ai primi di gennaio – dice Sabrina Sassu – i figli della centenaria mi chiamano e mi chiedono di partecipare alla festa dei cent’anni della mamma, originaria di Cossoine».

La sindaca e i suoi collaboratori fanno una ricerca negli archivi del Comune, da cui emerge che il 16 febbraio del 1925 si presentò all’anagrafe Maria Caterina Piredda per denunciare una bambina che stava da lei, di madre e padre sconosciuti, cui venne dato il nome di Antonietta e il cognome di fantasia Sala. Dagli stessi atti risulta che cinque anni dopo, la bambina venne riconosciuta presso un notaio di Bonorva, da Maria Carboni, figlia di Maria Caterina Piredda, per cui da allora assunse il cognome di Carboni. Il resto lo rivelerà Antonietta Carboni in occasione della festa.

«Con Massimiliano (il vicesindaco, ndc) – spiega Sabrina Sassu – partiamo per Terzo a festeggiare insieme al sindaco di quel comune, Maurizio Solferini. Curiosa della sua vita incomincio a farle domande. Mi risponde che aveva vissuto con la nonna, una donna brava e buona che le voleva molto bene, che aveva iniziato a lavorare quando aveva 10 anni in campagna, e che aveva avuto la sfortuna di non essere mai andata a scuola». Seppure nel tempo fosse arrivata a conoscerli, i genitori le imposero di non dire mai che era loro figlia, essendo lei nata in un rapporto fuori dal matrimonio, ed avendosi nel frattempo ciascuno di loro creato una propria famiglia. Ma il colpo di scena arriva proprio quando si parla del padre di Antonietta.

«Quando gliel’ho chiesto – racconta Sabrina Sassu – mi ha detto di non conoscerne neppure il nome, ma ha aggiunto di sapere che era il fratello del “Maestro”, e che allora aveva la fornace della calce». La sindaca sente un brivido lungo la schiena e rimane impietrita. Colui che allora veniva chiamato il “Maestro”, era Sebastiano Sassu (persona assai in vista nella Cossoine di quei tempi, già podestà e poi sindaco), e il fratello che aveva la fornace della calce, «era Antonio, mio nonno, perciò il padre di Antonietta Carboni poteva essere mio nonno». L’unico zio ancora vivo, Tore Sassu, che abita in Germania, viene videochiamato: e si scopre che effettivamente i due sono fratellastri, e che il loro padre è proprio Antonio Sassu, nonno della sindaca. Emerge così il resto della storia di Antonietta Carboni. Lei, che alla nascita venne adottata dalla nonna. A 10 anni mandata a Sassari a lavorare dalla famiglia dell’allora direttore della Banca d’Italia dove rimase fino ai 22 anni, quando si sposò con Sebastiano Deriu. La prima figlia Maria nacque a Cossoine, poi la coppia si trasferì a Ittiri. I due cercarono lavoro anche in Belgio, poi a Milano, finché si stabilirono a Terzo. Nel frattempo sono nati gli altri figli, Pierluigi, Giovanni, Filomena e Anna, che insieme a Maria hanno dato alla neo centenaria la gioia di 9 nipoti, 9 pronipoti, e ora una tris nipote di appena due mesi.
 

Primo piano
La tragedia di Carnevale

Omicidio a Bari Sardo, la confessione di un giovane: «Ho ferito io l’altro ragazzo»

di Valeria Gianoglio
Le nostre iniziative