Sassari, la locomotiva simbolo di Latte Dolce è minata dalla ruggine
di Paoletta Farina
In degrado la Ansaldo Breda dei primi anni del Novecento. Niente manutenzione da anni per un monumento di archeologia industriale
27 febbraio 2021
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SASSARI. Rischia di diventare un ammasso di ruggine la storica locomotiva nello slargo di via Lago di Baratz, a Latte Dolce. Ormai sono anni che uno dei simboli del quartiere non gode di un intervento di manutenzione e la patina dell’incuria ricopre quello che può essere considerato un vero “monumento” di archeologia industriale del ventesimo secolo. E una rarità: la vaporiera a carbone Ansaldo Breda 740 071, fabbricata nel periodo tra il 1911 e il 1913 e arrivata sulla linea a scartamento ordinario delle Ferrovie dello Stato negli anni Venti, è una delle più antiche presenti nell’isola dove ne esistono solo altri due esemplari.
È dalla metà del 1970 che l’antica locomotiva è esposta a Latte Dolce, ma la sua storia più recente è fatta di una continua corsa a non farla degradare. Se la antiestetica recinzione la protegge dall’azione dei vandali che in passato l’avevano danneggiata, non la ripara certo dall’esposizione alle intemperie, e una testimonianza vivente della tecnologia utilizzata dalle ferrovie potrebbe essere cancellata se non si interverrà.
A intervenire deve essere il Comune al quale la Cooperativa edile “Strade ferrate sarde”, che realizzò il complesso di case per ex ferrovieri e lavoratori del settore dei trasporti, la donò dopo lo scioglimento della stessa cooperativa, salvandola dalla distruzione. Erano stati i soci, infatti, ad acquistarla dalle Ferrovie dello Stato per trenta milioni di vecchie lire. L’obiettivo era di farne un monumento in memoria di tutti gli autoferrotranvieri caduti sul lavoro e una targa li ricorda. Ma anche metterla a disposizione della città e farla diventare un’attrattiva. Frotte di sassaresi andavano a visitarla, per le scolaresche era un appuntamento fisso ed è stata anche una location per l’album fotografico di tanti sposi.
La manutenzione prima veniva curata da alcuni soci della cooperativa che si prestavano volontariamente a tinteggiarla e a sostituire le parti meccaniche degradate. Poi con il passare degli anni quella disponibilità è venuta a mancare per vari motivi e da allora è cominciato il progressivo decadimento.
Le amministrazioni comunali che si sono succedute hanno trovato nelle maglie del bilancio qualche piccola risorsa perché la vaporiera non diventasse un cumulo di ferraglia. Però è spesso stato un tema che si è affrontato quando Palazzo Ducale è stato sollecitato da cittadini, associazioni e anche consiglieri comunali con la presentazione di interrogazioni.
A memoria degli abitanti del quartiere, ormai sono almeno sei anni che non si vede un intervento minima per salvaguardarla. Un dono del passato dimenticato e caduto nell’oblio insieme con gli autoferrotranvieri defunti al quale è intitolato.
È dalla metà del 1970 che l’antica locomotiva è esposta a Latte Dolce, ma la sua storia più recente è fatta di una continua corsa a non farla degradare. Se la antiestetica recinzione la protegge dall’azione dei vandali che in passato l’avevano danneggiata, non la ripara certo dall’esposizione alle intemperie, e una testimonianza vivente della tecnologia utilizzata dalle ferrovie potrebbe essere cancellata se non si interverrà.
A intervenire deve essere il Comune al quale la Cooperativa edile “Strade ferrate sarde”, che realizzò il complesso di case per ex ferrovieri e lavoratori del settore dei trasporti, la donò dopo lo scioglimento della stessa cooperativa, salvandola dalla distruzione. Erano stati i soci, infatti, ad acquistarla dalle Ferrovie dello Stato per trenta milioni di vecchie lire. L’obiettivo era di farne un monumento in memoria di tutti gli autoferrotranvieri caduti sul lavoro e una targa li ricorda. Ma anche metterla a disposizione della città e farla diventare un’attrattiva. Frotte di sassaresi andavano a visitarla, per le scolaresche era un appuntamento fisso ed è stata anche una location per l’album fotografico di tanti sposi.
La manutenzione prima veniva curata da alcuni soci della cooperativa che si prestavano volontariamente a tinteggiarla e a sostituire le parti meccaniche degradate. Poi con il passare degli anni quella disponibilità è venuta a mancare per vari motivi e da allora è cominciato il progressivo decadimento.
Le amministrazioni comunali che si sono succedute hanno trovato nelle maglie del bilancio qualche piccola risorsa perché la vaporiera non diventasse un cumulo di ferraglia. Però è spesso stato un tema che si è affrontato quando Palazzo Ducale è stato sollecitato da cittadini, associazioni e anche consiglieri comunali con la presentazione di interrogazioni.
A memoria degli abitanti del quartiere, ormai sono almeno sei anni che non si vede un intervento minima per salvaguardarla. Un dono del passato dimenticato e caduto nell’oblio insieme con gli autoferrotranvieri defunti al quale è intitolato.