Sassari, da tutta la Sardegna per l’ultimo saluto ad Alfredo Pala «campione nello sport e signore nella vita»
Ex calciatore del Sorso e della Torres. La chiesa di San Pietro di Silki non ha potuto accogliere tutti, le persone sono rimaste nel sagrato per testimoniare affetto e stima ai familiari
Sassari Tanta gente da ogni parte della Sardegna per l’ultimo saluto ad Alfredo Pala ex calciatore di Porto Torres, Sorso e Torres scomparso ieri dopo una lunga malattia. La chiesa di San Pietro in Silki non ha potuto accogliere tutti e in molti sono rimasti sulla piazza a simboleggiare un grande abbraccio ai familiari di Alfredo Pala. Compagni di squadra, allenatori e dirigenti, ma anche colleghi di lavoro, amici che anche solo per poche volte hanno avuto la fortuna di incontrare una persona curiosa, intelligente, con una carica di ironia che riusciva a cambiare le giornate, anche quelle più tristi. Il suo diario attraverso il quale ha raccontato la sfida quotidiana con una malattia cattiva e spietata è la dimostrazione di quanto Alfredo fosse avanti, anche nel tempo.
I colori, il rossoblu di Porto Torres e Torres, il biancoceleste di Sorso e Latte Dolce, il pallone che Alfredo sapeva addomesticare quasi da tenerlo incollato ai suoi piedi e che stringeva sempre tra le mani nelle foto di squadra, quasi a simboleggiare un “possesso” che era ancora segno di coraggio e di responsabilità. «Campione nello sport e signore nella vita» c’era scritto nella maglietta.
Padre Massimo Chieruzzi, custode del santuario di San Pietro in Silki, ha ricordato quando Alfredo, circa due mesi e mezzo fa, andò a trovarlo, quasi a prepararsi per quel passaggio, con serenità, con la curiosità e l’intelligenza di chi si domandava che cosa ci sarà dall’altra parte. «Una persona grata alla vita, per quello che ha potuto fare e conoscere, un esempio per tanti giovani». «Un amico e un compagno di squadra di valore _ ha raccontato Antonello Coni, attaccante di razza come Alfredo _ insieme abbiamo giocato per cinque anni tra Porto Torres e Sorso e abbiamo realizzato più di 150 gol. Sapeva entusiasmarsi come un ragazzino». Poi la riflessione della sorella, breve ma profonda che Alfredo due giorni prima aveva approvato e un applauso, come quelli che “Keegan” ha ricevuto negli stadi che ha attraversato e dove è riuscito a farsi volere bene. E la folla al suo funerale ne è la straordinaria testimonianza.