Ressa per salire sul pullman, quattordicenne schiacciata dagli altri studenti
Tragedia sfiorata alla fermata dell’Arst in cui sette anni fa morì Antonio Meloni
Inviato a Ittiri Stava salendo i gradini del pullman dell’Arst che dal piazzale di via Missingiagu a Ittiri doveva portarla a Sassari, dove frequenta la prima classe di un istituto superiore, quando è stata spinta da altri studenti e calpestata per alcuni interminabili secondi, fino a quando un amico, di un anno più grande, è riuscito a tirarla su e probabilmente a salvarle la vita.
Ha una prognosi di quindici giorni di cure una quattordicenne di Ittiri, che nella caduta e in quello che è accaduto dopo, ha riportato lesioni in varie parti del corpo e la sospetta frattura di due costole. «I medici del pronto soccorso di Sassari - racconta la madre - ci hanno detto che nostra figlia sarebbe potuta morire».
Nella mattina di oggi, 7 novembre, i genitori della studentessa sono stati ricevuti in municipio dal sindaco di Ittiri Antonio Sau, che solo due giorni fa aveva lanciato un appello alle famiglie per sensibilizzare i ragazzi e annunciato che avrebbe mandato i vigili urbani alla fermata.
Sette anni fa proprio alla fermata di via Missingiagu si era verificata la tragedia in cui aveva perso la vita Antonio Meloni, anche lui 14enne, anche lui spinto e caduto mentre cercava di salire sul pullman per andare a scuola. Dopo l’incontro con il sindaco i genitori della quattordicenne schiacciata dai compagni si sono recati dai carabinieri per sporgere una denuncia contro ignoti. «Qualcuno dovrà accertare cosa è successo - dicono - è un fatto gravissimo che obbligherà nostra figlia a rimanere a casa per almeno due settimane, ma sarebbe potuta andare anche peggio. La prima volta che ha preso il pullman per andare a Sassari quest’anno - aggiungono - è stato naturale pensare alla tragedia che sette anni fa ha sconvolto la nostra comunità. È incredibile che quella disgrazia non ci abbia insegnato niente».
Intanto il sindaco Sau rinnova l’invito alle famiglie. «I vigili urbani potranno anche intervenire per riportare ordine alla fermata -dice il primo cittadino - ma serve una presa di coscienza collettiva. Chiedo ai miei concittadini di parlare con i propri figli, di raccontare quello che è successo dí responsabilizzarli a dei comportamenti corretti e adeguati. Non è pensabile che si possa rischiare la vita prendendo un pullman per andare a scuola».