A 18 anni nei guai per la droga poi studia, si diploma e si salva
Il giudice di Sassari lo proscioglie: percorso di recupero esemplare
Sassari Un giovane che è riuscito a fermarsi in tempo. Un ragazzo di 18 anni che ha capito la portata dell’errore che aveva commesso e che, col sostegno di una famiglia che non lo ha mai lasciato solo e di un avvocato che lo ha guidato nel percorso giudiziario, ha ripreso in mano la sua vita e si è “salvato”. Ha studiato, si è diplomato, ha frequentato corsi, ha conseguito qualifiche e, infine, ha trovato un lavoro a tempo indeterminato.
La storia di questo ragazzo, oggi ventenne, ha inizio a gennaio del 2022 quando, fuori dalla scuola che frequentava, alle 8 del mattino viene sorpreso dai carabinieri a cedere due grammi e mezzo di marijuana a un minorenne. Addosso i militari gliene trovano altri dieci. A quel punto per lo studente, all’epoca 18enne, scatta la contestazione del reato di detenzione illecita destinata alla cessione a terzi di sostanza stupefacente, con l’aggravante di aver consegnato la marijuana a un minore.
Un episodio grave, ancor più a quell’età, con il rischio di una deriva all’orizzonte. Ma grazie al sostegno della famiglia, il giovane (incensurato) si è allontanato dal pericoloso ambiente in cui stava cominciando a inserirsi, ha lasciato la Sardegna e ha completato gli studi conseguendo il diploma in una città della penisola. Non solo. Ha seguito una serie di corsi con grande sacrificio e impegno che gli hanno consentito di ottenere abilitazioni e qualifiche grazie alle quali ha iniziato a lavorare. Impiego che ha sempre mantenuto ricevendo gratificazioni dai suoi datori di lavoro per la serietà e la puntualità. E ha ricevuto anche convocazioni dalle graduatorie provinciali per l’insegnamento nella scuola pubblica. Che ha dovuto rifiutare perché nel frattempo era già indipendente economicamente con un buon lavoro e in procinto di firmare un contratto a tempo indeterminato altrettanto vantaggioso.
Intanto, però, nel tribunale per i minorenni di Sassari è andato avanti il procedimento penale a suo carico. Alcuni giorni fa, nell’udienza preliminare davanti al giudice Mauro Zollo, il pubblico ministero ha chiesto la derubricazione del reato nel fatto di lieve entità. Il giudice ha quindi dato la parola all’imputato che ha ammesso la propria responsabilità, si è scusato, si è detto pentito per ciò che era successo e ha spiegato di aver cambiato completamente vita e di avere dei progetti. L’avvocato difensore Attilio Pinna ha illustrato il percorso di recupero e reinserimento sociale realizzato dal suo assistito e ha prodotto come prova le qualifiche, le abilitazioni, i contratti di lavoro, il diploma. Ha concluso chiedendo che il giovane fosse prosciolto per irrilevanza del fatto e l’istanza è stata accolta.
«Si tratta di un istituto dalla portata innovativa nel nostro sistema penale – spiega l’avvocato Pinna – che dà vita a una vera e propria causa di non punibilità del minore se risulta la tenuità del fatto e l’occasionalità del comportamento, in maniera tale da assicurare la rapida uscita dal circuito penale ogni qualvolta si accerti che il reato commesso sia di scarso allarme sociale e non sia espressione di una condotta di vita abituale. E valutando anche il pregiudizio che l’ulteriore corso del procedimento potrebbe arrecare alle esigenze educative del minore».
Nel caso specifico tra la data di commissione del reato e l’udienza le esigenze educative erano già state pienamente soddisfatte.