La Nuova Sardegna

Sassari

In tribunale

Fondi del Vaticano alla Spes di Ozieri, chiesto il rinvio a giudizio per 9 persone

di Nadia Cossu
Fondi del Vaticano alla Spes di Ozieri, chiesto il rinvio a giudizio per 9 persone

Le richieste del pm Gianni Caria durante l’udienza davanti al gup Sergio De Luca

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Sassari Si è conclusa con una richiesta di rinvio a giudizio da parte del pubblico ministero Gianni Caria l’udienza preliminare di oggi 8 gennaio 2025 davanti al gup Sergio De Luca per nove imputati, tra cui il vescovo di Ozieri monsignor Corrado Melis e Antonino Becciu, fratello del cardinale Angelo, responsabile della cooperativa sociale Spes. E ancora il direttore della Caritas don Mario Curzu, i parroci di San Francesco, don Roberto Arcadu, e di San Nicola, don Francesco Ledda, anche economo della diocesi (difesi dall’avvocato Ivano Iai), Giovanna Pani, Maria Luisa Zambrano, Franco Demontis e Luca Saba (assistiti dall’avvocato Antonello Patanè). Il pm ha anche preannunciato anche la richiesta di sequestro preventivo per equivalente a fini di confisca di una somma pari a due milioni di euro.

L’inchiesta è quella per riciclaggio e peculato: secondo la Procura di Sassari gli imputati (sono esclusi Arcadu, Demontis e Saba che devono rispondere solo di favoreggiamento e false dichiarazioni al pm) avrebbero fatto confluire, fra gennaio 2013 e febbraio 2023, fondi dell’8 per mille destinati alla Diocesi di Ozieri nei conti correnti della cooperativa Spes. In aula era presente la Cei, come persona offesa anche se non costituita parte civile, rappresentata dagli avvocati Agostinangelo Marras, Roberto Borgogno e Arianna Dutto. A febbraio la decisione del giudice sulle istanze del pm.

«Nel rispetto delle prerogative e delle determinazioni del pubblico ministero - è  il commento a caldo degli avvocati difensori Iai e Patanè - occorre sottolineare, anzitutto, che si tratta di una mera richiesta di rinvio a giudizio proveniente dalla parte processuale titolare della pubblica accusa. Agli argomenti esposti dal dottor Caria nell’odierna udienza saranno contrapposti, nell’udienza di rinvio del 3 febbraio 2025, quelli delle difese degli imputati, per sottolineare l’insussistenza degli illeciti contestati, ossia il presunto uso indebito dei fondi CEI dell’8 per mille e l’asserita distrazione della somma di centomila euro che la Diocesi ha ricevuto dalla Segreteria di Stato vaticana».

I legali sottolineano poi: «Con la forza dei dati oggettivi e documentali possiamo dire che ogni singolo centesimo dei fondi dell’8 per mille è stato utilizzato per scopi caritatevoli e solidali, mentre la somma ricevuta dalla Segreteria di Stato risulta ancora depositata in un conto bancario della Diocesi. Nessun uso o distrazione di denaro è comunque mai avvenuta per scopi privati, tenuto conto che la Spes è una cooperativa onlus della quale la Caritas e la Diocesi di Ozieri si servono per perseguire gli scopi di solidarietà e carità in favore e supporto di singoli, famiglie e, in generale, persone della Diocesi, secondo criteri autonomi non sindacabili dall’Autorità italiana ma, eventualmente, dai soggetti latori dei finanziamenti che, nella specie, non solo non hanno mai rilevato anomalie di gestione, né contestato alcunché, ma hanno addirittura confermato, anno per anno, i contributi finora erogati. Si confida, perciò, che rispetto alla visione dell’accusa possa essere più convincente la ricostruzione della difesa la quale è fiduciosa di poter dimostrare l’uso corretto delle risorse ricevute».

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