Il Coni non decide, la Torres resta in D
I giudici della Commissione di Garanzia si rifugiano in calcio d’angolo: il processo è rinviato a data da destinarsi
SASSARI. La Torres può aspettare. Il Collegio di Garanzia del Coni chiamato a esaminare il ricorso della società sassarese contro la sentenza della Corte di Appello federale che l’ha condannata alla serie D ha deciso di... non decidere. Alle 22 di ieri i giudici hanno stabilito di rinviare la discussione del caso “a data da destinarsi”. E il campionato? E il diritto a una giustizia certa (e veloce)? E l’attesa di una città che si sente ferita da una sentenza difficile da comprendere? Domande evidentemente retoriche per un Collegio che con la sua scelta conferma una volta di più la sensazione di distacco tra i palazzi del potere (anche quelli sportivi) e le piazze.
I giudici hanno rigettato - per l’ennesima volta - le istanze delle squadre che chiedevano la sospensione dei campionati di serie D, Lega Pro e serie B, senza entrare nel merito del processo. Hanno preso atto che non sono ancora scaduti i termini per presentare eventuali nuovi ricorsi contro la decisione del tribunale di secondo grado e hanno rinviato tutto senza fissare la data della prossima udienza. E’ probabile che il processo slitti fino al 9-10 ottobre. Forse addiritura oltre. Questo significa una sola cosa: che la Torres sarà costretta a giocare altre due o tre giornate del campionato di serie D con la conseguenza di rendere sempre più difficile ottenere il ritorno (se ne fosse provato il diritto) nel mondo dei professionisti. Come sarà possibile fermare tre campionati a metà ottobre? Ammettere di aver sbagliato e dire a tutti gli altri club che per due mesi non si è giocato?
L’impressione - peraltro non di ieri - è che dietro la non scelta del Coni ci sia proprio la volontà di mettere le società che chiedono giustizia di fronte a un fatto compiuto. Ma allora, se fosse così, ha ancora senso parlare di giustizia?
La Torres era stata condannata in Appello (dopo essere stata assolta in primo grado) con una sentenza che riscrive due millenni di storia del diritto. Le prove sono pochine - hanno di fatto sostenuto i giudici nelle motivazioni - ma a noi bastano gli indizi. Una decisione che gli avvocati rossoblù hanno contestato con il ricorso al Collegio di Garanzia. Adesso la nuova doccia fredda con un dubbio che cresce con il trascorre delle ore: se la Torres fosse stata condannata in primo grado e assolta in appello la sentenza di terzo grado si sarebbe fatta attendere tanto?
Antonio Ledà