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ROSSA E CIRCUITO DUE MITI INCANCELLABILI

Comunque vada domenica, i miti resteranno miti. Perché anche se la Ferrari e Monza si stanno avvicinando al loro abbraccio annuale in un momento raramente così difficile, le leggende non possono dare...

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Comunque vada domenica, i miti resteranno miti. Perché anche se la Ferrari e Monza si stanno avvicinando al loro abbraccio annuale in un momento raramente così difficile, le leggende non possono dare le dimissioni.

Anche se, come adesso, c’è da far conto con la stagione fallimentare della Rossa e con il circuito a rischio cancellazione dai calendari della Formula 1. La Ferrari di momenti difficili ne ha già passati e il suo mito va ben al di là dei pasticci della scuderia, e Monza comunque vada resterà con Indianapolis e il Nurburgring la madre di tutte le piste. Fa male però vedere le Rosse arrancare e non vincere mai, fa male veder mettere in discussione Monza come se fosse un circuito come gli altri. Certo, c’è ben poco da stupirsi ormai, con il Circus in mano a uno come Bernie Ecclestone che il pelo sullo stomaco l’ha inventato ben prima che venisse coniata la definizione. Fa male vedere tutto questo tira e molla con differenze di pochi milioni (un’inezia in un mondo dove tutto è uno schiaffo alla miseria) a fronte di un entusiasmo popolare e di un amore dei piloti per un circuito che è come la Scala per un tenore o il Maracanà per un numero 10. Fa male, perché poi si vedono corse nel deserto con spalti riempiti con comparse piazzate nei punti in cui le telecamere non possono proprio evitare di zoomare. Fa male perché la Formula 1, nonostante stiano facendo di tutto per distruggerla, è molto più che una passione. La Formula 1 senza Ferrari o senza Monza sarebbe un’altra cosa. Va detto, soprattutto ora. (s.t.)

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