l’inchiesta sulle plusvalenze
Tremano tante società. Elkann: «Fiducia negli inquirenti»
TORINO. Non solo Juventus. Il sistema delle plusvalenze incrociate rischia di mandare in tilt il calcio italiano. «È un fenomeno che può mandare in crisi i club che lo adottano perché genera ricavi...
01 dicembre 2021
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TORINO. Non solo Juventus. Il sistema delle plusvalenze incrociate rischia di mandare in tilt il calcio italiano. «È un fenomeno che può mandare in crisi i club che lo adottano perché genera ricavi fittizi senza liquidità». A parlare all'Ansa è una fonte della Covisoc, l'organismo di controllo sulle società di calcio che a partire dall'autunno 2020 ha individuato «decine di operazioni» e che lo scorso ottobre ha inoltrato il tutto alla procura della Figc.
Nel rapporto la società bianconera è quella che compare più volte, ma non è l'unica: ci sono Napoli, Pescara, Parma, Sampdoria, Empoli, il Chievo ora fallito e tante altre. Lo schema, a quanto pare, permette di mascherare le tribolazioni finanziarie dei club. Ma a gioco lungo potrebbe avere effetti disastrosi sulla solidità finanziaria delle squadre. Senza contare i guai con la giustizia penale se non altro - questa è l'opinione della Guardia di Finanza e della procura di Torino - per la Juventus, visto che è quotata in borsa ed è quindi soggetta a una normativa differente.
Il presidente di Exor, John Elkann, ieri ha spronato i bianconeri. «Nell'affrontare le difficoltà ci si rafforza. Per ogni società i momenti difficili esistono: è importante affrontarli. Ci sono un nuovo cda, un nuovo amministratore delegato, un nuovo direttore sportivo e un nuovo allenatore che, con il vicepresidente e il presidente, stanno affrontando i problemi in campo e fuori dal campo».
Quanto agli accertamenti di procura e guardia di finanza, Elkann sottolinea che il club «sta collaborando con gli inquirenti e confida che sarà fatta luce su tutti gli aspetti».
Dopo le perquisizioni di venerdì sera e le iscrizioni 'eccellentì nel registro degli indagati, tra cui quella del presidente Andrea Agnelli, del vice Pavel Nedved e dell'ex direttore generale Fabio Paratici, considerato l'artefice del sistema plusvalenze, la procura ha continuato a convocare testimoni. Finora le testimonianze non sono state giudicate pienamente soddisfacenti. Il fascicolo di indagine è però ricco di intercettazioni telefoniche dal contenuto che sembra inequivocabile. Ecco perché si pensa che le indagini siano già sul punto di chiudersi. In ballo ci sono i 282 milioni di plusvalenze considerate fittizie.
Nel rapporto la società bianconera è quella che compare più volte, ma non è l'unica: ci sono Napoli, Pescara, Parma, Sampdoria, Empoli, il Chievo ora fallito e tante altre. Lo schema, a quanto pare, permette di mascherare le tribolazioni finanziarie dei club. Ma a gioco lungo potrebbe avere effetti disastrosi sulla solidità finanziaria delle squadre. Senza contare i guai con la giustizia penale se non altro - questa è l'opinione della Guardia di Finanza e della procura di Torino - per la Juventus, visto che è quotata in borsa ed è quindi soggetta a una normativa differente.
Il presidente di Exor, John Elkann, ieri ha spronato i bianconeri. «Nell'affrontare le difficoltà ci si rafforza. Per ogni società i momenti difficili esistono: è importante affrontarli. Ci sono un nuovo cda, un nuovo amministratore delegato, un nuovo direttore sportivo e un nuovo allenatore che, con il vicepresidente e il presidente, stanno affrontando i problemi in campo e fuori dal campo».
Quanto agli accertamenti di procura e guardia di finanza, Elkann sottolinea che il club «sta collaborando con gli inquirenti e confida che sarà fatta luce su tutti gli aspetti».
Dopo le perquisizioni di venerdì sera e le iscrizioni 'eccellentì nel registro degli indagati, tra cui quella del presidente Andrea Agnelli, del vice Pavel Nedved e dell'ex direttore generale Fabio Paratici, considerato l'artefice del sistema plusvalenze, la procura ha continuato a convocare testimoni. Finora le testimonianze non sono state giudicate pienamente soddisfacenti. Il fascicolo di indagine è però ricco di intercettazioni telefoniche dal contenuto che sembra inequivocabile. Ecco perché si pensa che le indagini siano già sul punto di chiudersi. In ballo ci sono i 282 milioni di plusvalenze considerate fittizie.