Stefano Sardara: «Dinamo fiera di stare tra le grandi»
di Andrea Sini
Domenica si rinnova la sfida infinita con l’Olimpia Milano. Il presidente: «Che bello riavere il palazzetto pieno»
31 marzo 2022
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SASSARI. Luci al PalaSerradimigni e porte aperte nel giorno della sfida più attesa, quella che mette di fronte due delle sole tre squadre che dal 2010 si sono affrontate sempre. Perché solo loro, Dinamo Sassari e Olimpia Milano, insieme alla Vuelle Pesaro, in tutto questo tempo sono rimaste stabilmente nella massima serie. Domenica alle 17, nel giorno in cui i palasport italiani potranno tornare a ospitare, dopo una vita, tifosi e appassionati per il cento per cento della capienza, a Sassari arriva la corazzata guidata da Ettore Messina.
Sempre presenti. «Suona strano – dice il presidente biancoblù Stefano Sardara –, suona davvero strano pensare che solo noi e altre due squadre siamo sempre stati qua e in generale non è un bene: se c’è tutto questo turnover significa che il sistema non è così sano e c’è qualcosa da sistemare. Per noi invece suona bene eccome: stare 12 anni in serie A e starci a questi livelli è qualcosa di eccezionale, ne siamo molto fieri. Non sempre abbiamo fatto quello che avremmo voluto, ma in certi casi siamo andati al di sopra delle aspettative. Insomma, è stata una bella galoppata».
«Ma la vera vittoria – aggiunge Sardara – per me che sono un sognatore con i piedi ancorati a terra, resta la stabilità della società. Va in questo senso anche l’arrivo di Francesco: è un Cfo, un direttore finanziario che gestisce i numeri in un’azienda che fattura decine di milioni di euro, farlo con noi gli sembrerà un gioco. Ci darà una grossa mano per sviluppare i nostri progetti».
Tutto il palazzetto. Finalmente do domenica si tornerà alla capienza completa del palazzetto. Un toccasana da tutti i punti di vista. «Sono felice che capiti in occasione di una partita così importante – dice il presidente della Dinamo –, perché ci aiuterà a far riscoprire il palazzetto a tante persone. La situazione che abbiamo affrontato è stata complicata dal punto di vista mentale, la gente si è in qualche modo disabituata. Siamo stati bravi a vedere lo sport in tv o dallo smartphone, ma viverlo dal vivo ha un sapore completamente diverso. Noi, come le altre società, abbiamo adottato i tutti i sistemi di sicurezza e protezione necessari. Ora l’apertrua governativa avviene perchè non ci sono più rischi: si entra col green pass e la mascherina e si può serenamente riprendere a vivere il basket. Mai come in questo momento la Dinamo ha bisogno del pubblico, a Sassari c’è voglia e c’è fame di normalità. Già con il 60% della capienza il pubblico è stato in grado di fare la differenza. E poi la Dinamo è lo “svuotatesta”, l’antistress per eccellenzza del nostro territorio».
Riecco Poz. Milano significa Ettore Messina, Gigi Datome, ma soprattutto Gianmarco Pozzecco. Come vive il ritorno a Sassari del coach con il quale ha vissuto momenti di esaltazione ma anche scontri epici? «Vivo la partenza e il ritorno da avversario di Gianmarco come quello di tutti gli altri allenatori che sono stati a Sassari. Ho detto da tempo tutto quello che c’era da dire. Resta la gratitudine per tutto quello che ha dato a noi e sono certo che lui a sua volta è grato per quello che ha avuto dalla Dinamo e da Sassari. Non aggiungo niente che possa che rovinare il suo ritorno a Sassari».
A caccia di un’impresa. «Dopo la vittoria con la Fortitudo, che non era scontata, arriviamo con uno spirito differente. Siamo in una posizione che va consolidata. La nostra stagione con si fa nelle partite contro Milano o la Virtus, che hanno una struttura non paragonabile alla nostra, ma queste sfide danno qualcosa in più ai nostri campionati. La gara con Milano la viviamo quasi come un derby, ma ci arriviamo con la testa leggera e la voglia di portare a casa un risultato di prestigio: andare sempre a caccia di imprese – conclude Sardara – fa parte del nostro dna e del nostro bagaglio culturale.
Sempre presenti. «Suona strano – dice il presidente biancoblù Stefano Sardara –, suona davvero strano pensare che solo noi e altre due squadre siamo sempre stati qua e in generale non è un bene: se c’è tutto questo turnover significa che il sistema non è così sano e c’è qualcosa da sistemare. Per noi invece suona bene eccome: stare 12 anni in serie A e starci a questi livelli è qualcosa di eccezionale, ne siamo molto fieri. Non sempre abbiamo fatto quello che avremmo voluto, ma in certi casi siamo andati al di sopra delle aspettative. Insomma, è stata una bella galoppata».
«Ma la vera vittoria – aggiunge Sardara – per me che sono un sognatore con i piedi ancorati a terra, resta la stabilità della società. Va in questo senso anche l’arrivo di Francesco: è un Cfo, un direttore finanziario che gestisce i numeri in un’azienda che fattura decine di milioni di euro, farlo con noi gli sembrerà un gioco. Ci darà una grossa mano per sviluppare i nostri progetti».
Tutto il palazzetto. Finalmente do domenica si tornerà alla capienza completa del palazzetto. Un toccasana da tutti i punti di vista. «Sono felice che capiti in occasione di una partita così importante – dice il presidente della Dinamo –, perché ci aiuterà a far riscoprire il palazzetto a tante persone. La situazione che abbiamo affrontato è stata complicata dal punto di vista mentale, la gente si è in qualche modo disabituata. Siamo stati bravi a vedere lo sport in tv o dallo smartphone, ma viverlo dal vivo ha un sapore completamente diverso. Noi, come le altre società, abbiamo adottato i tutti i sistemi di sicurezza e protezione necessari. Ora l’apertrua governativa avviene perchè non ci sono più rischi: si entra col green pass e la mascherina e si può serenamente riprendere a vivere il basket. Mai come in questo momento la Dinamo ha bisogno del pubblico, a Sassari c’è voglia e c’è fame di normalità. Già con il 60% della capienza il pubblico è stato in grado di fare la differenza. E poi la Dinamo è lo “svuotatesta”, l’antistress per eccellenzza del nostro territorio».
Riecco Poz. Milano significa Ettore Messina, Gigi Datome, ma soprattutto Gianmarco Pozzecco. Come vive il ritorno a Sassari del coach con il quale ha vissuto momenti di esaltazione ma anche scontri epici? «Vivo la partenza e il ritorno da avversario di Gianmarco come quello di tutti gli altri allenatori che sono stati a Sassari. Ho detto da tempo tutto quello che c’era da dire. Resta la gratitudine per tutto quello che ha dato a noi e sono certo che lui a sua volta è grato per quello che ha avuto dalla Dinamo e da Sassari. Non aggiungo niente che possa che rovinare il suo ritorno a Sassari».
A caccia di un’impresa. «Dopo la vittoria con la Fortitudo, che non era scontata, arriviamo con uno spirito differente. Siamo in una posizione che va consolidata. La nostra stagione con si fa nelle partite contro Milano o la Virtus, che hanno una struttura non paragonabile alla nostra, ma queste sfide danno qualcosa in più ai nostri campionati. La gara con Milano la viviamo quasi come un derby, ma ci arriviamo con la testa leggera e la voglia di portare a casa un risultato di prestigio: andare sempre a caccia di imprese – conclude Sardara – fa parte del nostro dna e del nostro bagaglio culturale.