Il piccolo diavolo di Nashville ha dato la scossa alla Dinamo
A Reggio Emilia a vincere non è stato solo Robinson Ora serve la continuità sinora solo sognata e tutto è ancora possibile
Reggio Emilia A Venezia i giocatori della Dinamo pur giocando una gran gara, persa contro una delle big, dovettero sorbirsi i cori degli ultras al seguito che chiedevano loro di tirare fuori... sì, insomma, gli attributi. Questa volta tutto si può dire ai biancoblù di coach Bucchi tranne che sul campo di Reggio Emilia non abbiano mostrato carattere, vincendo in una maniera che più netta non si può. E a sentire cori ingenerosi (“Noi vogliamo gente che lotta”) insieme a fischi immeritati sono stati i biancorossi di coach Sakota. Ciò che non si considera è che tra il volere e il potere esistono gli avversari e può capitare di trovare una Dinamo più incattivita di te dalle troppe sventure che ne hanno condizionato il girone di andata.
Facile ora dire che il successo dei Giganti al PalaBigi è dovuto soprattutto alla pochezza degli emiliani, ultimi della classe. Dimenticando che però Cinciarini&co la settimana prima avevano fatto strame di Pesaro, a pari punti con la quarta in classifica, che ha poi regolato quello stesso Treviso che la settimana prima aveva superato Venezia. E dimenticando che, sì, l’Unahotels era ultima ma a sole 4 lunghezze sotto i sassaresi (ora a +6). È una Serie A di basket molto anomala, se non lo si fosse capito, in cui tutti possono battere tutti, anche un Napoli in piena crisi può fare il fenomeno con Milano e Tortona (sì, quella che aveva perso in casa con il Banco) imporsi su Bologna.
Quello che poi non si considera è che può capitare anche di trovare un alieno: a Reggio molti non ci credevano, poi hanno visto Gerald Robinson e hanno cambiato idea. Il play che sino a qualche settimana fa faticava, non riusciva a essere continuo, ha tirato fuori una gara pazzesca, tanto da farsi applaudire dal PalaBigi quando Bucchi opportunamente lo ha tolto a un minuto dalla fine per fargli fare passerella. Non accade spesso di vedere un atleta ospite omaggiato in quel modo e il regista di Nashville se l’è davvero meritato, con una prestazione da 25 punti, frutto di 9/9 da due, 2/5 da tre, 10 assist (sì, perché ha giocato al servizio della squadra, non per far crescere il suo score), 3 recuperi e 3 rimbalzi, con 38 di valutazione. Ma soprattutto un atteggiamento di quelli che disarmano l’avversario, un piccolo diavolo che se provi a fermare sul perimetro ti fulmina in entrata, o viceversa, e che propizia il break servendo a Diop una serie di palle da mettere solo dentro.
«Sono contento, era importante vincere questa partita per la classifica – dice Robinson – . Purtroppo siamo fuori dalla Coppa Italia pagando la partenza lenta, ma adesso dobbiamo ragionare gara dopo gara. La mia prova? Non mi interessano i numeri personali, è stata una vittoria di squadra ed era importante vincere». Come sempre fa il modesto, ma avere uno così non può che “gasare” chi ti gioca a fianco e Bucchi ha avuto ottime risposte proprio da chi aveva avuto qualche pausa come Diop, Kruslin, Treier e Dowe. Più in generale da una squadra che ha capito di non avere la struttura per potersi permettere pause e di dover sempre tirare fuori i denti. Con una classifica così possibilista, in cui la zona playoff dista 2 punti (ma anche il penultimo posto...) e la quarta piazza solo quattro, tutto può ancora accadere. Basta crederci, come a Reggio.