Al libanese Nicolas Fattouh il Sardinia Film Festival
13 dicembre 2021
2 MINUTI DI LETTURA
SASSARI. La next generation dell’animazione trionfa al Sardinia Film Festival 2021. La giuria internazionale presieduta da Roberto Perpignani ha premiato con nove riconoscimenti e tre menzioni i corti in gara realizzati da giovani e giovanissimi artisti provenienti da tutto il mondo.
Sul gradino più alto del podio “How my Grandmother became a chair” (Come mia nonna è diventata una sedia) del libanese Nicolas Fattouh, vincitore del Gran Premio Sardinia Film Festival per «aver trattato il tema dell'invecchiamento e della morte con la potenza della semplicità». Una storia molto personale – come ha spiegato lo stesso regista in collegamento video con il Cityplex Moderno di Sassari – che racconta con un registro simbolico il dolore della perdita evocando indirettamente la pandemia.
Vincitore del Premio Pino Zac per il “Film ribelle” è invece il mini musical “The deceased” (Il deceduto), nel quale il tema della morte ritorna attraverso un registro comico e a tratti surreale. L’opera è stata realizzata da un duo israeliano: Avishai Simchovitch e Keren Or Zelingher.
Le donne sono state tra le grandi protagoniste del SFF, ottenendo cinque riconoscimenti complessivi, tra i quali, quello dedicato a Fusako Yusaki per il “Film che ama la sintesi” conquistato dall’italiana Milena Tipaldo grazie al suo “A body” (Un corpo). Ancora corpi ma embrionali nella narrazione intrauterina di “I call it home" (Io la chiamo casa) dell'iraniana Leila Ahang, a cui è stato assegnato il Premio Osvaldo Cavandoli, che è destinato al migliore “One-person-film”.
Dalla movimentata gestazione all'affascinante, apparente immobilità di “Abandoned village” (Villaggio abbandonato), diretto da Mariam Kapanadze (Georgia), Premio Manfredo Manfredi per il “Film che dà spazio al dubbio”. Un tratto che lega molti autori in concorso al festival artefici di linguaggi espressivi e sperimentali da decrittare come quelli del franco-colombiano Nieto, la cui originalità è stata celebrata dal premio Giulio Gianini per “Swallow the Universe” (Ingoia l'Universo).
Il Premio Bruno Bozzetto per il “Film che ama gli animali e la natura” è andato al greco “A sensual pill” (Una pillola sensuale) di Sam3, uno sguardo veloce, suggestivo e impietoso sulle condizioni del nostro pianeta nei giorni della pandemia. Mentre “Dans la nature” (Nella natura) del francese Marcel Barelli, una comica narrazione dell'omosessualità tra le diverse specie della fauna presente nel pianeta, ha ricevuto il Premio Guido Manuli.
Sul gradino più alto del podio “How my Grandmother became a chair” (Come mia nonna è diventata una sedia) del libanese Nicolas Fattouh, vincitore del Gran Premio Sardinia Film Festival per «aver trattato il tema dell'invecchiamento e della morte con la potenza della semplicità». Una storia molto personale – come ha spiegato lo stesso regista in collegamento video con il Cityplex Moderno di Sassari – che racconta con un registro simbolico il dolore della perdita evocando indirettamente la pandemia.
Vincitore del Premio Pino Zac per il “Film ribelle” è invece il mini musical “The deceased” (Il deceduto), nel quale il tema della morte ritorna attraverso un registro comico e a tratti surreale. L’opera è stata realizzata da un duo israeliano: Avishai Simchovitch e Keren Or Zelingher.
Le donne sono state tra le grandi protagoniste del SFF, ottenendo cinque riconoscimenti complessivi, tra i quali, quello dedicato a Fusako Yusaki per il “Film che ama la sintesi” conquistato dall’italiana Milena Tipaldo grazie al suo “A body” (Un corpo). Ancora corpi ma embrionali nella narrazione intrauterina di “I call it home" (Io la chiamo casa) dell'iraniana Leila Ahang, a cui è stato assegnato il Premio Osvaldo Cavandoli, che è destinato al migliore “One-person-film”.
Dalla movimentata gestazione all'affascinante, apparente immobilità di “Abandoned village” (Villaggio abbandonato), diretto da Mariam Kapanadze (Georgia), Premio Manfredo Manfredi per il “Film che dà spazio al dubbio”. Un tratto che lega molti autori in concorso al festival artefici di linguaggi espressivi e sperimentali da decrittare come quelli del franco-colombiano Nieto, la cui originalità è stata celebrata dal premio Giulio Gianini per “Swallow the Universe” (Ingoia l'Universo).
Il Premio Bruno Bozzetto per il “Film che ama gli animali e la natura” è andato al greco “A sensual pill” (Una pillola sensuale) di Sam3, uno sguardo veloce, suggestivo e impietoso sulle condizioni del nostro pianeta nei giorni della pandemia. Mentre “Dans la nature” (Nella natura) del francese Marcel Barelli, una comica narrazione dell'omosessualità tra le diverse specie della fauna presente nel pianeta, ha ricevuto il Premio Guido Manuli.