Villanova Monteleone, un paese di montagna che si affaccia sul mare
Il sindaco Ligios: siamo la porta dell’entroterra pronti a offrire i nostri tesori
Certo, non si sente il rumore delle onde che si frangono sulla scogliera, né il tintinnare del sartiame sugli alberi delle barche, ma Villanova Monteleone - 567 metri sopra il livello del mare - ha il mare. E non quello dei politici di una volta, promesso nei comizi elettorali per incantare i creduloni, ma il mare vero, con spiagge e cale, e con ben 14 chilometri di costa incastonata fra Alghero e Bosa, da Poglina (o la Speranza) a Sa Murena. Più alla portata dei villanovesi a partire dai primi anni Duemila, grazie all’apertura della strada panoramica che partendo dalla Ss 292 si collega alla Sp 105, la litoranea Alghero-Bosa. Un paese di montagna, dunque - la sua cima più alta, “Pedra Ettori”, raggiunge i 718 metri - con vasta parte del territorio affacciata sul mare. Così non è un caso che l’amministrazione comunale guidata da Vincenzo Ligios intenda investire molto su quella carta. «Ci sono tutte le condizioni – dice il sindaco – per sfruttare appieno le opportunità offerte dalle migliaia di turisti che percorrono la Alghero-Bosa, facendo della nostra “strada del mare” la porta di ingresso verso Villanova e l’interno della Sardegna». Per portare i turisti a scoprire le ricchezze di Villanova Monteleone, che del paese di montagna ha tutte le peculiarità. Duemila e 82 abitanti, sede dell’Unione dei Comuni del Villanova - che comprende anche Mara, Monteleone Roccadoria, Padria e Romana - con un impianto urbanistico medievale, il paese ha una parte antica costituita da case in pietra calcarea e lavica, una fitta rete di vicoli, slarghi, scalinate in selciato. Su quelle vie si affacciano spesso gli edifici tipo “palatu”. Uno di questi, “Su Palatu ’e sas Iscolas”, il vecchio caseggiato scolastico costruito alla fine dell’Ottocento, è stato adibito a centro culturale e in particolare polo di riferimento della fotografia in Sardegna. Nei pressi, “sa Domo Manna”, “la casa grande”, oggi è sede del museo etnografico. Entrambi gli edifici testimoniano di una vivacità culturale che Villanova esprime storicamente con mostre, convegni, rassegne d’arte. Pregevole anche il palazzo del comune, costruito intorno al 1700, proprietà della prestigiosa famiglia dei Conti della Minerva. Di grande importanza la chiesa parrocchiale di San Leonardo da Limoges del 1500, ristrutturata nel 1789. Non lontano dalla parrocchiale si trova l’oratorio di Santa Croce, e sempre nel centro abitato, la chiesa della Madonna del Rosario. Lungo la strada per Bosa, a circa 3 chilometri dal paese, sorge il santuario della Madonna di Interrìos. Nel territorio, un altro specchio d’acqua di grande rilievo: il lago sul fiume Temo, che Villanova condivide con il suo antico progenitore, Monteleone Roccadoria (il borgo preesistente di Villanova crebbe a partire dal 1436, quando i monteleonesi vi si rifugiarono in seguito al lungo assedio da parte di aragonesi, sassaresi e bosani, prendendo il nome di Bidda Noa Monteleone, ossia Villa Nuova di Monteleone). Il sito, “Sa Tanca ‘e sa Mura”, comprende un suggestivo nuraghe, un villaggio punico e i resti di due chiese medievali, che rimangono sommersi dalle acque del lago e si possono visitare solo quando il loro livello è molto basso. Nei pressi del lago si erge il Monte Minerva (644 m. slm), un imponente bastione con una sommità piatta e orizzontale dalle pareti di trachite alte e a precipizio. Ai piedi del monte, diverse strutture: il palazzo del Conte della Minerva, noto come “Palatu”, che un tempo, durante l’estate, era frequentato dalla famiglia reale dei Savoia. Presenti inoltre il vecchio caseificio, le stalle e i fienili, edifici oggi utilizzati per diverse attività. Sempre nell’agro, la necropoli di Pottu Codinu, il Nuraghe Appiu, la chiesa di Curos, la tomba di giganti di Laccaneddu. Né vanno scordati, di Villanova Monteleone, la prestigiosa tradizione dell’allevamento dei cavalli, l’antica arte della tessitura e il prezioso costume tradizionale, i piatti gustosissimi a base di carni prelibate da animali allevati allo stato brado, i formaggi e i dolci tipici. Da non dimenticare il grande poeta improvvisatore Remundu Piras.