Con “Falso tradimento” debutto di stagione da applausi
L’inaugurazione dell’ente concerti De Carolis incanta il pubblico con la prima mondiale dell’opera di Marco Tutino
Un’inaugurazione anomala, quella che l’Ente concerti Marialisa De Carolis ha varato per la stagione lirica 2024, che ha comunque riscosso un caloroso e meritato successo, certificato dai lunghi applausi finali. Anomala, ovviamente rispetto ad una consolidata tradizione, perché calendarizzata alla fine del mese di giugno, e in secondo luogo perché a fare da preludio era un’opera contemporanea, ossia “Falso tradimento” di Marco Tutino, presentata in prima esecuzione italiana con il testo di Luca Rossi e Wolfgang Haendeler tradotto nella nostra lingua dallo stesso compositore. L’opera infatti era andata in scena per la prima volta nel 2018 a Kiel, in Germania, in lingua tedesca, a seguito di una commissione voluta dal teatro locale per la ricorrenza del centenario dell’ammutinamento che segnò l’epilogo della Prima guerra mondiale. Ben inteso, non è certo la prima volta che il teatro musicale contemporaneo risuona nei palcoscenici sassaresi. Tra il 1994 e il 1998 la cooperativa Teatro e/o Musica aveva promosso un’interessante rassegna intitolata “Opera ma novità…”, con prime esecuzioni assolute di opere scritte da Sani, Melchiorre, Solbiati ed altri compositori italiani. Ma si trattava di lavori collocabili all’interno di una direttrice teatrale e musicale molto diversa da quella di Tutino, che si muove nel solco di una tradizione melodrammatica italiana mai interrotta e nell’ambito di quel movimento di pensiero musicale variamente definito come neo-romantico e neo-tonale.
Falso tradimento” vive sulla vicenda dell’ammutinamento di alcuni equipaggi tedeschi, che si apprestavano ad affrontare in un’ultima disperata battaglia la Royal Navy britannica, e si intreccia con una storia di amore e passione, con una dinamica diversa però da quella della tradizione ottocentesca, nella quale soprano e tenore si amano e il baritono si mette di traverso: qui la prostituta Lola ama sinceramente sia il capitano (Arno) che il marinaio (Gabriel) della nave ammutinata. Moriranno entrambi, da eroi, e Lola – nell’ultimo intenso monologo – chiederà a Dio di unirsi a loro. Dunque l’ammutinamento non rappresenta solo lo sfondo della vicenda, ma una parte della storia che abilmente i librettisti intrecciano – non senza qualche lungaggine di troppo – con le vicende per così dire “private” dei protagonisti. Punti di forza di questa produzione sono innanzitutto la musica di Marco Tutino, coinvolgente, teatralissima e magnificamente strumentata, capace di raccontare la storia mediante una raffinata trama di temi e di stratificazioni armoniche mai scontate. Altro punto di forza, la splendida regia di Hugo De Ana – cui si devono anche scene e costumi – che ambienta la vicenda in uno spazio scenico circoscritto da grandi strutture di tubi Innocenti al centro delle quali troneggia un enorme argano, che nella scena finale avrà il compito di traghettare verso l’alto Lola, avvolta da un grande velo rosso, ricongiungendola così idealmente ai suoi amanti. Di grande impatto visivo anche le soluzioni illuminotecniche firmate dal light designer Valerio Alfieri.
Sul podio Beatrice Venezi guida con autorevolezza una compagnia di canto nella quale primeggia Giorgio Caoduro nel ruolo di Arno, degnamente affiancato da Valentina Mastrangelo (Lola) e Anna Pennisi (Elsa); rimarchevole anche la prestazione di Tiziano Rosati (Rufus). Molto imbarazzante – spiace rimarcarlo – per gli evidenti limiti vocali la prestazione di Dario Di Vietri (Gabriel). La partitura richiede all’orchestra un rilevante impegno che l’Orchestra dell’Ente ha onorato meritevolmente, al pari della compagine corale preparata da Francesca Tosi.